Case, così il Fisco manderà i controlli su abusi e planimetrie

Per combattere l’evasione e l’abusivismo sulle case entra in gioco anche il Fisco: come cambiano i controlli con la nuova riforma 

Il Fisco è pronto a far partire dei controlli a tappeto per la caccia alle case fantasma e a tutti quegli immobili che risultino abusivi.

Lo farà ovviamente con l’ausilio delle autorità locali e attraverso la riforma del catasto. Si parla di una cifra davvero alta in ballo, che si aggira intorno ai 2 milioni di euro. Dopo le notizie che sono circolate sulla riforma sono già in tanti ad essersi attivati per la regolarizzazione dei propri immobili che fino a quel momento erano sconosciuti alle casse dello Stato. In generale nell’ultimo decennio sono in molti aver aver sanato la loro posizione. Nonostante ciò nelle statistiche catastali dello scorso anno delle Entrate risultano ancora 1,2 milioni gli immobili irregolari.

Si tratta di edifici, o parti di essi, non risultanti al registro del catasto e indicati comunemente con l’espressione “case fantasma”. I fenomeni legati a questa condotta sono essenzialmente due: l’evasione fiscale e l’abusivismo edilizio. Quest’ultimo consiste nella realizzazione di volumetrie negli spazi in cui non è concesso farlo. In molti casi si tratta di abusi regolarizzabili, oppure di opere lecite che erano segnalate in variazione al Catasto.

Case, cosa prevede la riforma del catasto

Ci sarà una semplificazione nella comunicazione e nell’uso degli strumenti di controllo sul territorio da parte degli enti locali. Il maggior gettito scovato dall’evasione potrà poi essere utilizzato per l’abbattimento del prelievo sugli immobili regolari. Tra gli obiettivi del Governo c’è la lotta all’evasione immobiliare ma anche ma anche il corretto classamento e accatastamento, incentivato con sostegni ai Comuni.

Ci sono delle misure necessarie anche per l’abusivismo edilizio, un fenomeno che non si ferma in Italia. I dati Istat 2020 ci dicono che su 100 case sono abusive il 6,1 al Nord, il 17,8 al Centro e 45,6 nel Mezzogiorno: praticamente un quinto del totale delle opere. Con la riforma entra in gioco l’Agenzia delle Entrate, che aumenterà e non poco i controlli. I Comuni hanno già il potere di farlo, ma il ruolo affidato all’amministrazione finanziaria avrà decisamente più peso.

Altro problema sarà poi quello di conoscere l’effettivo valore di mercato degli immobili, classificati nelle categorie precedenti. Nelle banche dati del catasto ci sono oggi ben 3,5 milioni di edifici realizzati prima del 1940

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