Contributi mancanti, quanti soldi ti tornano indietro sulla pensione se li riscatti

Sono in molti a chiedersi a quanto ammonta la cifra che torna indietro se si dovesse riscattare i contributi mancanti: approfondiamo la questione.

Sono molte le persone che tentano di aumentare la pensione. A tal proposito, in caso di contributi mancanti, ci si chiede quanti soldi tornino indietro sulla pensione nel caso si dovessero riscattare.

Molti pensionati si chiedono quanto aumenta l’importo relativo all’assegno pensionistico nel caso si dovessero maturare da 1 a 5 anni in più di contributi. Ebbene, questo dato non può essere calcolato con estrema e assoluta certezza in quanto varia a seconda di diversi fattori. Tra questi, ad esempio, ci sono la quantità di contributi in più versati o ancora in riferimento a quali periodi si richiede di riscattare i contributi. Al di là di questi elementi, comunque, possiamo dire che il valore aumenta da un minimo di 10 euro fino a qualche centinaia.

Soprattutto chi avrà una pensione calcolata in base al sistema contributivo, punta ad aumentare l’importo e ciò è possibile mediante la maturazione di altri contributi. Ciò può accadere, per fare un esempio, se si continua a lavorare anche dopo la pensione pur tuttavia continuando a percepirla. In questo caso, però, è obbligatorio continuare a versare i contributi che vengono stabiliti tenendo conto di quello che è il reddito percepito. A tal proposito, però, si tratta di una sorta di cifra supplementare alla pensione che, tra l’altro, può essere richiesta dopo che siano trascorsi 5 anni dalla data di avvio della pensione. Alla luce di quanto detto, dunque, maturando da 1 a 5 anni in più di contributi la pensione percepita alla fine può aumentare tuttavia è anche vero che tale aumento non sarà uguale per tutti. Chiaramente, quanto più saranno i contributi versati, tanto più sarà possibile beneficiare di un aumento ragguardevole della pensione. Va ricordato, tra le altre cose, che la normativa vigente consente di riscattare anche determinati periodi non lavorati. Tra questi, ad esempio, ci sono quelli relativi ai corsi di laurea al periodo di maternità. Non solo, ciò vale anche nel caso di svolgimento di lavori socialmente utili o di anni di praticantato presso promotori finanziari.

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