Bonus 200 euro, perché ne mancano 300

Manca poco all’accredito del bonus 200 euro a milioni di Italiani, ma secondo gli ultimi dati non basteranno: ne mancano ancora altri 300.

L’inflazione è alle stelle e secondo i dati dell’Istat continua a crescere, arrivando a picchi mai più raggiunti a Novembre 1990. Gli aumenti sono allo 0,8% su base mensile a al 6,8% su base annua. Colpevoli degli aumenti non solo i prezzi dell’energia, ma anche quelli del cibo.

Questa è purtroppo una conseguenza del caro-energia, che ancora una volta lancia una stangata alle tasche degli italiani. Come anche dichiarato da Assoutenti “I prezzi dei prodotti alimentari registrano a maggio una impennata record, aumentando del +7,4% rispetto allo scorso anno e addirittura del +1,2% in un solo mese. Questo significa che una famiglia, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +554 euro annui“.

Una cifra che il bonus 200 euro non riesce a coprire nemmeno per la metà. “Siamo in presenza di un vero e proprio allarme destinato purtroppo ad aggravarsi nei prossimi mesi”, ha dichiarato il presidente Furio Truzzi.

Il Governo non può restare a guardare, deve adottare misure straordinarie bloccando subito il prezzo dei carburanti e dei beni primari come gli alimentari e l’energia”.

Perché il bonus 200 euro di Draghi non basta

A soffrire di più sono come sempre le famiglie, specialmente se con più figli a carico. In media oggi una famiglia con un solo figlio oggi spende 2.140 euro al mese, un rialzo annuo di 1.820 euro. Non parliamo delle famiglie con ter figli, dove solo per la spesa si è toccato un aumento delle spese a 2.577 euro.

Anche il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona ha lanciato l’allarme: “L’aumento dell’inflazione è una calamità! Un disastro per i consumi e per il Paese”.

Il caro bollette e il caro carburanti, senza i quali l’inflazione oggi sarebbe a 3,6% invece che a 6,8%, sta dissanguando gli italiani con effetti nefasti sul potere d’acquisto delle famiglie. Preoccupa, poi, l’impennata del carrello della spesa dal 5,7% di aprile al 6,7%, un rialzo che manda in tilt il bilancio della casalinga di Voghera”.

Tra le città con l’inflazione più alta troviamo Bolzano al primo posto, con +9,1%, seguita da Trento (+9%). Meno caro il sud, con Palermo e Catania entrambe a +8,8% e chiude Ancona, con la minore inflazione pari a +5,6%.

Stessa storia per le Regioni: in Trentino siamo al +9%, un rincaro di 2.339 euro su base annua mentre in Molise mantiene una percentuale più bassa del +5,8% (1.062 euro).

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