Dopo il gas anche la siccità- Cosa accade se Draghi dichiara lo Stato d’Emergenza

Non sono bastati due anni di stato d’emergenza, tirato al limite legale: adesso Draghi vuole dichiararlo di nuovo a causa della siccità: cosa succederà all’Italia?

La situazione siccità al nord si fa sempre più problematica e il Governo conosce un unica soluzione per reagire al problema: dichiarare l’ennesimo stato di emergenza, e anche questa volta non si sa per quanto tempo durerà.

Lo stato di emergenza dovrebbe essere dichiarato insieme all’ultimo decreto legge che sarà approvato molto a breve: il Decreto Siccità. La decisione definitiva verrà presa solo tra qualche giorno; intanto i presidenti della Regione dovranno incontrarsi con la ministra Gelmini e domani si terrà una conferenza stampa con il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

La valutazione comunque servirà a poco: palazzo Chigi vuole subito lo stato d’emergenza, che verrà proclamato che lo si voglia o meno. Insomma ci aspettano altri anni duri, almeno due, il limite massimo dell’estensione dell’emergenza. Nelle prossime settimane è già bene aspettarci il razionamento obbligato dell’acqua in diverse zone dello stivale.

Draghi preme sullo stato d’emergenza per aiutare le imprese

Il sottosegretario alla salute Andrea Costa ha dichiarato in merito: “Credo ci siano le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza la preoccupazione delle Regioni è giustificata e il governo condividerà un percorso con le Regioni“.

Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio”.

L’attenzione del Governo è al momento divisa su due fronti: da una parte l’emergenza gas/luce dovuta al conflitto Russia-Ucraina e dall’altra una delle emergenze idriche peggiori degli ultimi settant’anni.

Le Regioni intanto chiedono di poter utilizzare i fondi del Pnrr per eseguire interventi locali sul territorio. La situazione dunque sarebbe quella di razionamenti per l’uso civile, in modo da indirizzare quanta più acqua possibile all’industria agricola.

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