Bonus, pensioni e sostegni: così le dimissioni di Draghi annullano gli impegni del Governo

A causa della crisi di Governo, potrebbero essere annullati tutti gli impegni relativi ai bonus, alle pensione e ai sostegni. Così le dimissioni di Draghi cancellano importanti questioni.

All’interno dell’agenda dell’esecutivo ci sono una innumerevole quantità di provvedimenti che devono ancora essere attuati. A causa della crisi di Governo, dunque, bonus, pensioni e sostegni rischiano di essere annullati tra gli impegni.

Qualora si rendesse necessario tornare alle urne, con ogni probabilità le elezioni si terrebbero nel mese di settembre, dopo la pausa estiva. Ciò significa che il nuovo Governo entrerebbe in carica non prima dell’autunno prossimo. Questa ipotesi andrebbe a ripercuotersi in maniera negativa sui cittadini italiani che difatti stanno attendendo nuovi interventi che consentano loro di affrontare la crisi economica in atto. A tal proposito, in caso di una crisi di Governo si assisterebbe ad un aumento dei tempi previsti per la misura che Mario Draghi si è impegnato a varare entro i primi di agosto. Si tratta, in particolare, di un provvedimento volto ad aiutare le famiglie italiane come anche le imprese. Questo consiste nell’attuazione del taglio dell’iva per quanto concerne alcuni beni di consumo come l’introduzione del salario minimo. Sono misure che il Premier ha deciso di attuare in seguito all’incontro tenuto con i sindacati e che andrebbero ad aiutare i nuclei familiari alle prese con l’aumento del costo della vita.

Tempi particolarmente stretti comporterebbero anche l’impossibilità di attuazione del taglio del cuneo fiscale promesso sempre dal governo Draghi come anche del varo della Legge di Bilancio. Quest’ultima difatti dovrebbe essere approvata entro la fine del 2022 poiché in caso contrario saranno congelati svariati capitoli di spesa. In riferimento al Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Governo ha rispettato le oltre 40 scadenze stabilite da Bruxelles per l’accesso alla seconda tranche che si è dovuta realizzare entro la fine di giugno. Ebbene, si stanno già programmando le oltre 50 prossime scadenze al fine di accedere anche alla terza tranche. Queste, peraltro, dovrebbero essere realizzate entro fine anno, di conseguenza, le dimissioni di Draghi ritarderebbe il rispetto delle predette scadenze con tutte le conseguenze del caso sul Paese.

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