Promesse su meno tasse e più soldi, non ci sono buone notizie

I provvedimenti del decreto luglio rischiano di saltare con la crisi di governo: come stanno le cose 

La crisi di governo ha interrotto tanti discorsi, a partire dalla riforma del Fisco, che comprende una revisione di Iva e Irpef e il taglio sul cuneo fiscale. Gli interventi anticipati nel provvedimento del decreto luglio di Mario Draghi, tra i quali l’aumento del netto degli stipendi e l’aggiornamento dei contratti collettivi scaduti rischiano quindi di saltare.

In bilico c’è la riforma dell’Irpef, con la legge delega che prevedeva il passaggio al duale, ovvero un modo di tassare i redditi da lavoro in modo progressivo. L’intesa raggiunta dalla maggioranza ha cancellato ogni riferimento a questo sistema, limitandosi a una progressiva revisione della tassazione.

Tasse, cosa cambia con la crisi di governo

Passiamo quindi al taglio sul cuneo fiscale, che rappresento il punto di forza non solo del provvedimento d’emergenza ma proprio della prossima legge di Bilancio. Con il decreto si ponevano le basi per il provvedimento che sarebbe poi dovuto diventare strutturale. Anche in questo caso ora, con la consegna delle dimissioni da parte di Draghi, c’è un grosso punto interrogativo.

Non va poi dimenticato il taglio delle aliquote Iva sui beni di largo consumo, dagli alimenti ai farmaci, per anticipare la riforma dell’Iva prevista nel 2023, usando parte dell’extragettito in modo strategico. Purtroppo però, secondo il presidente Arera Besseghini, le bollette continueranno ad essere alte ancora per sei mesi. Continuano poi i dubbi anche per il Superbonus 110%, con la parziale riapertura della cessione del credito che stona con il problema della finanza pubblica.

Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, il lavoro tecnico sul decreto luglio sta andando avanti. La base di partenza è di 13 miliardi e ora si attende la giornata decisiva, ovvero mercoledì 20 luglio, nella quale Draghi riferirà in Parlamento rendendo le sue comunicazioni alle Camere.

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