Mutui, perchè in tempo di crisi sta vincendo il variabile

Gli ultimi aggiornamenti riguardo i mutui. Ecco perché, in questo momento, sta vincendo il variabile.

Per contrastare l’inflazione le Banche centrali sono pronte ad aumentare i tassi in vigore. Al di là di questa mossa, però, il timore è che possa arrivare la recessione nel medio-lungo periodo.

Queste dinamiche incidono anche sul mercato dei mutui con l’effetto che  l’indice Irs a 20 anni, parametro per il tasso fisso, si è stabilizzato negli ultimi tempi al 2,1% a causa del timore sull’economia europea. A differenza delll’Euribor a 3 mesi che – come riportato da MutuiSupermarket – continua la sua crescita.

Le banche stanno prendendo atto di queste novità, ovvero che adesso la domanda per i mutui si sposta sui tassi variabili. Questo è quanto riportato da Repubblica in un report. “A luglio si sono verificati degli aumenti in relazione alle offerte dei mutui. Per esempio, Intesa Sanpaolo ha aumentato i tassi fissi di 55 punti base ed ha aumentato gli spred e le soglie cap per i mutui a tasso variabile”.

“Banco BPM e Webank hanno ridotto gli spread a tasso fisso da 5 a 15 punti base; BNL, invece, ha aumento i tassi fissi da 35 a 45 punti base e ha aumentato gli spread dei mutui a tasso variabile fino a 10 punti base; UniCredit ha aumentato gli spread dei mutui a tasso variabile di 10 punti base e gli spread dei mutui a tasso variabile con cap fino a 20 punti base. Banca Popolare Pugliese ha lanciato la propria offerta di mutui a tasso variabile con cap”. 

Da questo report emerge che il gap tra mutui a tasso fisso rimane elevato, dall’altro lato però c’è la certezza degli aumenti degli indici Euribor e di conseguenza dei tassi variabili che porta sempre più persone ad optare per questo tipo di mutuo visto che i cap garantiscono un limite alla crescita dei tassi. “Nella prima parte di luglio, il tasso variabile con Cap risulta quello più richiesto, 27% delle richieste contro il 19% del variabile puro. In particolare le offerte estremamente aggressive di Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole, che offrono soglie CAP simili se non inferiori ai tassi fissi da loro stessi offerti, hanno spostato la domanda su questa tipologia di tasso totalmente ignorata fino a pochi mesi fa”.

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