Troppa fatica: ora c’è chi rifiuta 1700 euro al mese

In un periodo di grave crisi economica, ci sono studenti che preferiscono intraprendere altre strade dal punto di vista lavorativo. Ecco, svelati, tutti i dettagli. 

Ciò che è accaduto è davvero paradossale. In un concorso pubblico, indetto dalla Regione Lombardia, si sono presentati meno persone rispetto ai posti messi a disposizione.

Nell’ultimo concorso per il corso formativo in medicina generale, c’erano solo 520 studenti rispetto agli 868 posti che erano a disposizione. E’ accaduto in Lombardia. Una dato allarmante che certifica quanto, in Italia, il medico di base sia diventata ormai una professione passata in secondo piano.

A parlare è il dottore di famiglia di Rogoredo, da più di 30 anni, Fabrizio Marralli. “Credo che con il passare del tempo, purtroppo, la professione di medico di base è diventata sempre meno attrattiva per i giovani”. Ecco svelati i motivi.

Gli studenti che partecipano ad un corso triennale di medicina generale, infatti, ricevono una borsa di studio inferiore rispetto a chi decide di iscriversi ad una scuola di specializzazione. C’è una differenza notevole tra ci vuole intraprendere un percorso di medico di base e chi, invece, vuole specializzarci in pediatria o chirurgia. Queste le parole del presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi. “Prendono, praticamente, la metà come borsa di studio. Ciò spinge moltissimi studenti ad escludere la professione di medico di base e ad intraprendere altre strade. Un motivo è anche perché il lavoro diventa svilente sin dall’inizio”.

Svelate anche le cifre: uno studente inscritto ad una scuola di specializzazione in chirurgia generale, infatti, riceve una borsa di studio mensile intorno ai 1600, 1700 euro. Un tirocinante in medicina generale, invece, ottiene tra gli 800 e i 900 euro.

Al di là dell’aspetto economico, che riguarda la prima fase per gli studenti che decidono di seguire un percorso per diventare medico di base, c’è anche quello relativo alla burocrazia. Quindi non si tratta solo di denaro, a spingere gli studenti ai corsi di formazione e specializzazione, ma anche di altre questioni.

Queste le parole di Fabrizio Marralli, medico di famiglia di Rogoredo in provincia di Milano. “Dico che il nostro mestiere non è più come quello di una volta. Oggi la burocrazia è la parte principale del nostro lavoro. Oggi la parte clinica è passata in secondo piano”.

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