Crisi e prezzi alle stelle: dove il pane è finito davvero

In un Paese, in particolare, la crisi sembra essere davvero arrivata ad un punto senza ritorno con i prezzi alle stelle e il pane finito. Ecco di quale si tratta.

La crisi in atto in questo Paese è arrivata ad un punto di non ritorno tanto da essere rimasto senza grano costringendo la Banca Mondiale ad inviare i primi aiuti per far fronte all’emergenza.

Il Paese in questione è il Libano dove la crisi è diventata particolarmente grave. I libanesi infatti, devono fare i conti con un aumento dei prezzi senza precedenti che va ad affiancarsi al fatto che il grano risulta oramai finito. Per riuscire ad accaparrarsi un po’ di pane si è costretti a mettersi in fila presso i panifici alle prime luci dell’alba. Si tratta dunque di una situazione giunta davvero al limite e che dura oramai da svariati anni. La guerra in Ucraina non ha fatto altro che acuire questa crisi, tuttavia, è stato siglato un accordo che dovrebbe sbloccare le esportazioni la settimana scorsa.  Il ministro dell’Economia, Amin Salam, ha però fatto sapere che il Parlamento ha approvato degli aiuti per 150 milioni di dollari grazie allo stanziamento delle risorse da parte della Banca Mondiale. Queste dovrebbero bastare almeno per i prossimi 8 mesi. Come se non bastasse la situazione è resa ancor più complessa dal fatto che molti libanesi a causa della fame hanno trovato nei rifugiati siriani un capo espiatorio. Si tratta infatti di una comunità di oltre un milione di persone.

Ad ogni modo, a partire dal 2019, il PIL del Libano è letteralmente crollato passando da più di 55 miliardi di dollari a poco meno di 22 miliardi nel 2021. Nel 2020 peraltro il Paese era balzato agli onori della cronaca a causa dell’esplosione al porto che aveva distrutto i depositi di grano con tutte le conseguenze del caso che hanno contribuito a lasciare il Libano con pochissime scorte alimentari. La popolazione è dunque oramai letteralmente affamata ed è necessario un intervento efficace. A tal proposito la speranza è riposta in particolare in un accordo con il FMI, Fondo Monetario Internazionale, che possa stanziare un prestito di ben 3 miliardi di dollari.

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