Bollette, incubo senza fine: cosa accadrà fino al 2023

I prezzi nelle bollette continuano a salire e fanno paura sempre di più ai consumatore e imprenditori. Ecco perché sono un guaio.

Centodiecimila euro di bolletta. È quanto ha ricevuto in regalo delle ferie che ha ricevuto un imprenditore bresciano nel campo dell’acciaio.

Ansa, Milano, ALESSANDRO DI MARCO

Non è il primo e non sarà l’ultimo. «È la bolletta più alta di sempre – dice al Giornale – l’anno scorso la bolletta era di 17.400 euro. E ad agosto? «Siamo chiusi ma dovendo tenere i forni al minimo abbiamo simulato che agli attuali costi avremo una bolletta di 35mila euro».

Cosa sta succedendo nelle bollette italiane

«Le industrie avrebbero dovuto coprirsi ma in pochi lo hanno fatto. A settembre 2021 il prezzo del gas è esploso», ricorda Dodo Beltrami, che per primo lanciò l’ipotesi di lockdown energetico.

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«Allora tutti pensavano che i prezzi sarebbero scesi, invece scoppia la guerra. La situazione è disperata perché il baseload dell’energia elettrica per settembre è a 510 /MWh, un livello insostenibile». I trader del gas stanno impazzendo, sul prezzo dell’energia c’è una speculazione fuori controllo, tra opzioni e coperture bancarie. Con un rischio di default altissimo, perché gli operatori dopo il Dl Aiuti non possono modificare i contratti fino ad aprile 2023, scadenza che il Codacons chiede di prolungare ulteriormente. Ma se gli operatori non possono rinegoziare i prezzi falliscono, e i costi si scaricheranno comunque sulle bollette. E anche i soldi di chi non potrà pagare le bollette finiranno per essere «socializzati». E chi paga? «Qualcuno sta speculando sulla pelle degli europei», conclude Beltrami.

Le testimonianze

«Non stiamo percependo il disastro che arriverà nei mesi di settembre, ottobre e novembre – dice il presidente di Grafica Veneta Fabio Franceschi – tra mutui, bollette e aumento dei beni primari» cresciuti tra il 2021 e il 2022 del 72,4%». Serve più welfare aziendale: operai e imprenditori, dipendenti e aziende devono venirsi incontro. La corsa della benzina non si arresta, l’inflazione non risparmia nemmeno la pizzeria. «Ma se io dò 200 euro a un mio dipendente devo regalarne 300 allo Stato – dice Franceschi – Gli sforzi per aiutare i propri dipendenti dovrebbero essere esenti da contributi. Altrimenti sarà un massacro».

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