Gas, non è cambiato nulla: i problemi veri arriveranno in autunno

Sono mesi ormai che si parla di crisi energetica, in particolare di quella del gas: eppure secondo le stime il peggio deve ancora arrivare.

Nonostante il prezzo del gas sia arrivato oggi a 234,5 euro per megawattora, il colosso del gas russo Gazprom ha annunciato che i prezzi potrebbero ancora aumentare del 60%. Ciò significa che si potrebbe arrivare a 362 euro per Megawattora.

Si tratta di cifre esorbitanti, causate soprattutto dall’incertezza dell’importazione di gas dalla Russia, primo fornitore di gas fossile dell’Europa. Negli ultimi mesi le sanzioni imposte al Cremlino dall’UE hanno innescato una catena di devastanti eventi.

Primo tra tutti, Gazprom ha progressivamente diminuito le esportazioni attraverso i gasdotti europei, manovra che inevitabilmente ne ha causato l’aumento del prezzo sul mercato. Il piano dei governi era quello di risparmiare il più possibile in vista dell’inverno, così da riempire scorte sufficienti.

Tuttavia con il caldo record che sta colpendo tutta Europa, in particolare la nostra nazione, è difficile non accendere i condizionatori; il consumo dell’elettricità è al suo picco, e per produrre corrente elettrica viene utilizzato il gas.

Prezzo del gas in aumento? I risultati si vedranno in autunno

Una situazione che mette dunque a rischio le capacità di stoccaggio del gas e, soprattutto, evidenzia la necessità di trovare dei partner più affidabili per l’importazione delle materie prime fossili. Inoltre negli ultimi mesi si è battuto molto sulla possibilità di convertire le centrali elettriche dal gas ad altre fonti di energia, rinnovabili o meno.

La situazione italiana non sembra comunque preoccupante: a fine Luglio il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani aveva dichiarato che le nostre scorte erano piene al 70-71%. L’obbiettivo, come anche successo in Germania, sarebbe quello ottimale di giungere ad un 95% entro la fine di Ottobre.

Sempre in Germania (che ovviamente ha una situazione climatica ben diversa dalla nostra penisola) per ridurre i consumi lo Stato ha introdotto una tassa sul gas di 2,5 centesimi per kilowattora. Una mossa azzardata che potrebbe affondare un’economia già precaria.

Nonostante la situazione italiana sia diversa in alcuni fattori (l’Italia si approvvigionava già da altri fornitori di gas ben prima della crisi ucraino-russa) non è da escludere la possibilità di qualche restrizione una volta giunto l’inverno, che sia l’imposizione di una temperatura massima in casa o un razionamento del gas.

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