Smettere di lavorare entro il 2022, che pensione avrai

Sono molti i lavoratori che non vedono l’ora di andare in pensione. A tal proposito, può essere utile sapere che pensione avranno coloro che smetteranno di lavorare entro il 2022.

Dopo anni di lavoro, è normale non vedere l’ora di godersi il meritato riposo andando in pensione. In molti però si chiedono a quanto ammonta l’assegno pensionistico nel caso in cui si smetta di lavorare entro il 2022.

Con la fine di quest’anno, volgeranno al termine Quota 102, Ape Sociale e Opzione Donna. Questo inevitabilmente ha fatto aumentare la preoccupazione in merito al possibile ritorno della Legge Fornero in mancanza di interventi volti ad evitarlo. Tutto ovviamente dipenderà dalla forza politica che si insedierà in Parlamento dopo le elezioni del 25 settembre. Ogni partito, infatti, ha messo al centro del suo programma elettorale il tema delle pensioni al fine di accaparrarsi i voti di una fascia di popolazione piuttosto cospicua. In particolare, il centrosinistra ha promesso di intervenire introducendo maggiore flessibilità, estendendo la possibilità di anticipare la pensione a coloro che svolgono attività lavorative particolarmente usuranti. Per quanto riguarda invece la coalizione di centrodestra sul piatto ci sarebbe un aumento delle pensioni minime e l’introduzione di maggiore flessibilità al fine di favorire il ricambio generazionale.

Nello specifico, la Lega propone di introdurre Quota 41 che prevede il pensionamento al raggiungimento dei 41 anni di contributi al di là di quale sia l’età del lavoratore. Dal canto suo Forza Italia, vorrebbe portare le pensioni minime fino a mille euro, mentre Fratelli d’Italia ha fatto sapere di voler intervenire sulle pensioni trovando le risolte dall’abrogazione del reddito di cittadinanza. A proposito della forza politica che si è battuta in prima linea per l’introduzione del reddito, ossia il Movimento 5 Stelle, questa in merito alle pensioni si è detta pronta ad introdurre misure che aiutino in maggior misura i giovani e le donne. Nello specifico, tra le proposte ci sono l’inserimento di Opzione Donna come misura strutturale e l’introduzione di un bonus rivolto alle mamme per ciascun figlio la cui maturazione consentirebbe di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Infine, sia Carlo Calenda che Matteo Renzi all’interno del programma elettorale non hanno menzionato l’obiettivo di intervenire con una maggiore flessibilità per quanto concerne il pensionamento.

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