Pensioni, pensioni minime e Quattordicesime, cosa farà che vince le Elezioni

Arrivano aggiornamenti per quanto riguarda i programmi elettorali dei partiti su argomenti spinosi e delicati come le pensioni minime e le quattordicesime. Ecco cosa farà chi vincerà le Elezioni del prossimo 25 settembre 2022. 

Ecco quali sono le proposte delle principali forze politiche sul tema delle pensioni. A partire dal prossimo gennaio 2023, infatti, senza una riforma pensionistica sarà necessario avere 67 anni d’età per ottenere la pensione di vecchiaia. Si tornerà, dunque, alla vecchia legge Fornero. Sia la misura Quota 100 che Quota 102, infatti, è in scadenza a dicembre 2022. Con le elezioni alle porte, sarà il prossimo Governo che dovrà attuare una nuova riforma delle pensioni: ecco le proposte dei principali partiti.

Sono tante le promesse che i partiti, in questa fase di campagna elettorale, stanno facendo ai propri elettori per ottenere il voto in vista dell’elezioni del prossimo 25 settembre. Le forze politiche hanno presentato anche dei programmi, ecco le ultime novità per quanto riguarda le pensioni.

Per quanto riguarda il centrodestra, che comprende Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati, la proposta è quella di aumentare le pensioni minime e favorire Quota 41 ovvero la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi maturati. L’aumento delle pensioni minime dovrà essere a 1000 euro per tredici mensilità, questa la proposta di Silvio Berlusconi.

Nella coalizione del centrosinistra con il Partito Democratico, +Europa, I Verdi e Sinistra Italiana e Impegno Civico di Luigi Di Maio, questa è la proposta sulle pensioni: ovvero maggiore flessibilità nell’accesso a partire dai 63 anni d’età. Ciò può realizzarsi nell’ambito dell’attuale regime contributivo e in coerenza con l’equilibrio di medio e lungo termine del sistema previdenziale.  Dare la priorità e consentire l’accesso alla pensione ai lavoratori che svolgono lavori gravosi o usuranti con lo sviluppo dell’APE sociale (da estendere anche agli autonomi) e dell’opzione donna. Inoltre, per il PD, nel programma è presente l’introduzione di un nuovo fondo pensionistico per le nuove generazioni. Serve a garantire un sostegno a chi ha carriere lavorative discontinue e precarie.

Altro tema delicato è quello della Quattordicesima, per il PD serve ampliare la platea dei beneficiari che possono ottenere il riconoscimento.

Il Terzo Polo, invece, di Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno in mente altri piani per quanto riguarda il tema delle pensioni. Il partito politico, infatti, dà priorità ai giovani ed evita di fare promesse folli e costose per le casse dello Stato. La proposta del Terzo Polo è quella di incentivare, attraverso una serie di programmi, i piani di previdenza complementare per gli under 35. Nello specifico, va eliminata la tassazione annua del 20% favorendo l’accumulo di un montante contributivo più elevato.

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