Se dormi poco vai prima in pensione: ecco i lavori che te lo consentono

Ci sono lavori che consentono di andare in pensione prima: se dormi poco puoi smettere di lavorare prima. Ecco cosa devi sapere.

Andare in pensione è il sogno di molti lavoratori che vorrebbero godersi il meritato riposo dopo anni e anni di lavoro. A tal proposito, non tutti sanno che ci sono lavori che consentono di uscire dal lavoro prima.

Mai come in questo periodo di campagna elettorale il tema delle pensioni è tornato a tener banco cosicché sono molte le promesse che stanno avanzando le varie forza politiche. C’è chi come la Lega ad esempio propone il pensionamento al raggiungimento dei 41 anni di contributi, al di là dell’età e chi come il Movimento 5 Stelle propone il pensionamento in due tempi, con il pensionamento e il versamento di una prima quota contributiva all’età di 64 anni per poi beneficiare della restante quota retributiva al raggiungimento dei 67 anni. In ogni caso, non tutti sanno che esistono lavori che consentono di uscire dal lavoro e dunque di andare in pensione in anticipo. La normativa, in particolare, prevede il pensionamento anticipato in presenza di lavori particolarmente usuranti come ad esempio quello svolto dai palombari come anche da coloro che lavorano in miniera o cave.

Si tratta in sostanza del pensionamento in regime lavori usuranti che, di fatto, fornisce al possibilità di uscire dal lavoro anche ad attività molto comuni e molto diffuse. Nel dettaglio, tra i lavori che rientrano tra quelli usuranti ci sono anche quelli che vengono svolti durante le ore notturne. Tra i lavori notturni rientrano quelli che vengono svolti tra la 24:00 e le 5:00 del mattino successivo. Rientrano dunque in questa categoria anche lavori come quello del fornaio o della guardia giurata, per fare degli esempi. In tal caso, dunque, si può beneficiare del pensionamento anticipato all’età di 61,7 anni di età e 35 anni di contributi. Il lavoratore che volesse farne richiesta non deve fare altro che presentare la domanda entro il mese di maggio del 2023 in modo tale da evitare la perdita dei mesi di pensione. Di conseguenza, in presenza di domanda tardiva, la prestazione e la sua decorrenza slitterà di 3 mesi.

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