Più soldi dalle Poste: c’è una buona notizia per i tuoi risparmi

Un decreto ministeriale ha aumentato il tasso di rendimento dei buoni fruttiferi postali: ecco su quali conviene investire in questo periodo.

Buone notizie per chi ha intenzione di investire in buoni fruttiferi postali ordinali, dato che il loro rendimento è tornato a salire.

Il tasso è infatti stato fissato, attraverso un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, al 2%. Prima del 6 luglio, data in cui è stato firmato il documento, era allo 0,5%. La decisione è arrivata per contrastare gli effetti dell’inflazione sui risparmiatori. Oggi conviene sottoscrivere un BFP. Ma non solo. Ad alzarsi sono stati anche i tassi di prodotti analoghi.

Perché i buoni fruttiferi postali convengono: le quattro ragioni del loro successo

Sono circa 46 milioni i buoni fruttiferi postali in essere in Italia. Il successo di questo strumento di risparmio deriva da quattro fattori.

I BFP non hanno costi di sottoscrizione e rimborso, salvo gli oneri fiscali. La tassazione è agevolata al 12,5% e i buoni sono esenti da imposta di successione. Può essere richiesto in qualsiasi momento il rimborso del capitale investito, entro il termine di prescrizione. Possono essere emessi in forma cartacea oppure in forma dematerializzata, con sottoscrizione anche online o attraverso l’applicazione BancoPosta.

Cosa cambia per i buoni fruttiferi postali e che differenza c’è con i buoni del Tesoro

Il cambiamento non è retroattivo e non si applica quindi a quelli sottoscritti in passato, che mantengono il tasso precedente. Dunque il 2% sarà applicato solo ai nuovi buoni fruttiferi postali ordinari. I tassi sono stabiliti sempre attraverso un decreto ministeriale, al rialzo o al ribasso in base all’andamento del mercato. Una volta fissati sono validi per tutta la durata del titolo. Un buono fruttifero postale, dunque, conserva lo stesso tasso fino alla sua scadenza. I buoni del Tesoro si differenziando dai BFP perché il loro rendimento si aggiorna a ogni asta in base all’andamento del mercato secondario. Attualmente il loro rendimento è del 3%, quindi oggi convengono di più rispetto ai buoni fruttiferi postali ordinari. Ma non è detto che sia sempre così. In base alla situazione economica si potrebbe rischiare di subire delle perdite. I BFP hanno invece lo stesso valore nominale per tutta la loro durata. In genere rendono meno dei BTP, ma non espongono il risparmiatore al rischio di perdite in caso di ritiro dell’investimento prima della scadenza fissata inizialmente.

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