Superbonus, ora chiederanno anche le foto

L’Agenzia delle Entrate richiede, tra i documenti, anche una produzione fotografica dei lavori di ristrutturazione. 

Tra i documenti che bisogna essere pronti a esibire in caso di controlli sui lavori con il Superbonus 110%, il Fisco potrebbe chiedere non solo quelli cartacei ma anche quelli fotografici.

Ansa, Milano

Con la circolare 23/E/2022 l’Agenzia dell’Entrate torna a sottolineare le responsabilità su dichiarazioni fraudolente, come lavori mai eseguiti, in particolar modo nel caso di cessione del credito a terzi, modalità finita nel mirino del governo e che ha subito diversi giri di vite, come spiega quifinanza.it.

Per i bonus casa occhio alle foto: cosa bisogna fare

Ansa, Rimini

Come riportata il sito “Money”, allo scopo di limitare le frodi per l’Agenzia delle Entrate diventa fondamentale per il concessionario produrre anche una documentazione fotografica che possa attestare nell’immediato lo stato di avanzamento dei lavori (qui abbiamo spiegato le ultime novità sulla cessione del credito per il Superbonus e qui perché fare attenzione).

Per i bonus casa attenzione alle foto: i documenti da conservare e gli atteggiamenti da evitare

Rimane valido l’obbligo di potere esibire nell’eventualità di ispezioni tutti i documenti in modo da dimostrare la regolarità di tutti i passaggi (qui abbiamo parlato del rischio finanziamento per il Superbonus 110%). In particolar modo sono da conservare: le fatture con le spese sostenute; la ricevuta del bonifico postale o bancario per l’avvenuto pagamento dei lavori; la dichiarazione del consenso del proprietario dell’immobile se i lavori sono stati svolti e le spese sostenute da un altro soggetto; una copia del documento di delibera dell’assemblea condominiale in caso di lavori su parti comuni di edifici; le certificazioni da inviare all’ENEA. Nella circolare 23/E/2022 il Fisco indica le condotte più frequenti che possono fare scattare le sanzioni e che sono dunque da evitare: assenza di documentazione; contraddittorietà tra la documentazione prodotta e i lavori eseguiti; l’incoerenza tra i lavori effettuati e il valore per essi indicato; la sproporzione tra i crediti ceduti; incoerenza tra la condizione reddituale del cedente e il valore dell’immobile su cui i lavori sono realizzati. L’Agenzia delle Entrate ha tempo fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi con cui è stata richiesta la detrazione per procedere con i controlli. In primo luogo i funzionari verificano il rispetto dei requisiti per avere l’accesso al bonus, quindi la presenza di tutti i presupposti documentali, come l’applicazione dei lavori inclusi nell’agevolazione da parte del richiedente

 

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