Il nuovo Codice della Strada suscita già forti polemiche a causa degli aumenti: come cambiano le sanzioni
Insieme all’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative arriva la stangata sulle multe, e la colpa è senza dubbio dell’inflazione. Neanche il tempo di vedere la luce che il Codice della Strada ha portato subito delle polemiche, a causa dell’aumento del 10% sugli importi. L’entrata in vigore delle revisioni è fissata per l’1 gennaio 2023, che l’anno dell’adeguamento di ruotine.
A meno di interventi ad hoc da parte del Governo, lo scatto tariffario avverrà in maniera automatica. A capeggiare la protesta è l’Asasp, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, non nuova a prese di posizione in tal senso. Il presidente spiega che si rischia il default stradale, ma cerchiamo quindi di capire quali sono i costi reali che i cittadini dovrebbero sostenere.
Codice della Strada, tutti gli aumenti delle sanzioni
L’aumento del 10% rappresenta lo scarto percentuale che si delinea rapportando i valori registrati a luglio 2022 con quelli del 2020. Il parametro in esame si basa sull’indice Istat Foi che registra i prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Per un calcolo che sarà definitivo saranno utilizzati i dati del prossimo novembre.
Nel caso in cui l’incremento si mantenesse su questi livelli è possibile tracciare un listino prezzi dei rincari alle multe. Si passerebbe da 42 a 46 euro per un divieto di sosta, mentre la sanzione per l’uso del cellulare alla guida salirebbe da 165 a 181 euro. Così di conseguenza anche per la violazione dei limiti di velocità e per l’accesso abusivo alle zone a traffico limitato.
Da qui nascono le proteste dell’Asaps, con la mobilitazione che prova a fruttare anche la volontà dei partiti di promuoversi agli occhi degli elettori nel quadro della campagna elettorale.
