Invalidità e assegni sociali, perchè l’INPS potrebbe bloccare tutto

Sono in corso le verifiche reddituali per l’anno 2018: i pagamenti delle pensioni d’invalidità e dell’assegno sociale sono a rischio per 36mila persone.

I pagamenti delle pensioni d’invalidità e dell’assegno sociale sono a rischio per 36mila persone. Lo ha annunciato l’Inps, invitando i beneficiari di tali prestazioni a comunicare la propria situazione reddituale per evitare di perdere l’assegno.

Ansa, Roma

L’Inps, infatti, a seguito di verifiche e solleciti, ha individuato per l’anno 2018 36.763 posizioni per le quali è prevista la sospensione e alla successiva revoca delle prestazioni economiche se perdurasse l’assenza di risposta ai solleciti.

Invalidità e assegni sociali, gli obblighi di comunicazione

Ansa, Roma

Le prestazioni assistenziali di invalidità civile e l’assegno sociale sono prestazioni collegate al reddito, come sottolinea l’Inps. Le stesse vengono corrisposte nel caso in cui il soggetto beneficiario dimostri di non possedere un reddito superiore al limite previsto dalla legge. In particolare, per la concessione di alcune prestazioni economiche, la legge non solo stabilisce un limite reddituale, ma impone anche ai soggetti beneficiari di comunicare all’Inps la propria situazione reddituale, qualora non siano tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi all’Amministrazione finanziaria ovvero non la comunichino integralmente.

Invalidità, chi è obbligato a comunicare i redditi all’Inps

Come raccontato da quifinanza.it, è obbligato a comunicare la propria situazione reddituale all’Inps chi percepisce le seguenti prestazioni: pensione di inabilità; assegno mensile di assistenza; pensione ai ciechi civili; pensione ai sordi; assegno sociale. Con il messaggio numero 3350 del 12 settembre, l’Inps avverte che verranno sospese tutte quelle prestazioni sociali e assistenziali reddituali legate all’invalidità, erogate finora a soggetti che non hanno adempiuto agli obblighi comunicativi e non hanno neanche risposto al primo sollecito Inps. Si tratta di 36.763 posizioni irregolari, riferite all’anno 2018, che non hanno presentato: né la dichiarazione dei redditi 2019; né la comunicazione all’Inps della propria situazione reddituale – la dichiarazione di responsabilità di cui all’articolo 35, comma 10-bis, del D.L. n. 207/2008; non hanno adempiuto all’obbligo comunicativo neanche dopo il sollecito Inps. A seconda della prestazione le scadenze da rispettare sono le seguenti: i titolari di prestazione d’invalidità civile di età compresa tra i 18 e i 67 anni riceveranno dall’Inps un preavviso di sospensione a mezzo di raccomandata, con la quale verrà indicata l’ultima data utile per comunicare i redditi posseduti nel 2018 utilizzando lo strumento della ricostituzione reddituale. Nel dettaglio, tale comunicazione dovrà essere effettuata entro 60 giorni dalla notifica. Decorso tale periodo l’Inps provvederà alla sospensione dei pagamenti, mentre decorsi altri 120 giorni senza alcun riscontro ci sarà la revoca della prestazione; la comunicazione verrà inviata anche ai titolari di assegno sociale o pensione sociale con meno di 80 anni alla data del 31 dicembre 2018. Si dovrà procederà con la richiesta di ricostituzione reddituale entro 60 giorni oppure i pagamenti saranno sospesi e poi revocati.

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