L’inverno peggiore è alle porte: cosa saremo costretti a fare

La paura che l’Italia rimanga a corto di gas, quest’inverno, è alta: cosa succederà e come cambieranno le nostre abitudini?

Come successo con la paura Covid ed il primo lockdown, protagonista del 2022 questa volta non è una malattia, ma la crisi energetica.

Crisi del gas

Il costo elevato di gas e luce sta mettendo nuovamente in ginocchio le famiglie italiane, c’è chi si chiede il perché di questo accanimento dei politici contro i cittadini lavoratori.

Ancora una volta viene richiesto un enorme sacrificio ma in queste condizioni sta diventando davvero dura tirare avanti. Risparmiare è possibile, in una certa misura, ma non sempre è possibile attuare un risparmio elevato.

Soprattutto la corrente elettrica fa ormai parte delle nostre vite e sembra impossibile doverci rinunciare. Come il riscaldamento, una costante durante l’inverno soprattutto nelle zone d’Italia con le temperature più basse.

Ormai non si tratta soltanto di un risparmio volontario, ma di uno imposto dallo stato, data l’emergenza gas e il bisogno di iniziare subito i razionamenti per evitare di svuotare gli approvvigionamenti.

L’ipotesi razionamento non si allontana

“C’è l’ipotesi che diminuendo la domanda in Europa possa calare il prezzo, ma è molto complesso” ha dichiarato il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani in merito alla questione gas e al risparmio della materia prima.

Meno riscaldamento in casa

Secondo l’autore del piano di razionamento, questo sarebbe l’unico modo non solo per essere sicuri che nessuno rimanga a secco, ma anche per provare ad abbassare il prezzo sul mercato dato il diminuire della richiesta.

Una mossa azzardata e probabilmente poco utile ma, dato lo stop definitivo al gas russo in Italia tramite i gasdotti austriaci, è sembrata l’unica soluzione da prendere. Intanto l’UE ha programmato il prossimo Consiglio a Praga il 6 e 7 Ottobre e discuteranno sul prezzo del gas.

Il fine ultimo è il tetto al prezzo del gas, per il quale l’Italia sta spingendo molto a livello europeo. Se l’ok da Bruxelles non arriverà, sarà compito del Governo Meloni decidere come procedere a livello locale.

Intanto nella disputa con la Russia è intervenuto anche l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che ha deciso di subentrare come garante per i russi e chiudere il contenzioso che ha bloccato il flusso di gas verso l’Austria.

I modi per risolvere la situazione ci sarebbero eccome. Questo è solo un piccolo esempio che, purtroppo, non scongiura altre manovre folli del governo UE.

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