Crisi energetica, quanto gas abbiamo davvero

Quanto dipendiamo davvero dal gas Russo? Quali sono le risorse di gas attualmente in possesso dell’Italia? Diamo un’occhiata alla situazione generale.

Data la difficoltà di approvvigionamento di gas naturale dalla Russia, il governo Draghi ed Eni hanno messo in atto un piano per diversificare i fornitori, ora provenienti principalmente da Africa e Medio Oriente.

Importazioni gas in Italia

Il trasporto del gas nel nostro pese è gestito da Snam, che con i suoi gasdotti trasporta la materia prima su tutto il territorio. La distribuzione parte da cinque punti nevralgici. Il primo è in Tarvisio, nel Friuli Venezia Giulia, dove arriva il gas russo.

Il secondo punto è Passo Gries, in Piemonte, centro di raccolta del gas proveniente dal Mare del Nord, dalla Norvegia e dall’Olanda. Poi c’è Mazzara del Vallo, in Sicilia, dove passa il Transmed che trasporta il gas Algerino e Tunisino.

Sempre in Sicilia, a Gela, ha sede il Greenstream, il gasdotto più lungo del Mar Mediterraneo che trasporta il gas dalla Libia. Infine a Melendugno, Puglia, c’è il Trans Adriatic Pipeline (Tap) che trasporta il gas dell’Azerbaijan.

Al momento è l’Algeria a fornirci la grande maggioranza del gas utilizzato, mentre le forniture dalla Russia sono decisamente crollate. Nel Settembre 2021 al Tarvisio arrivavano 2,2 miliardi di metri cubi d gas, mentre quest’anno lo stesso mese ne contiamo soltanto 454 milioni di metri cubi.

La preoccupazione è che le forniture russe possano fermarsi definitivamente. È già stato chiuso il Nord Stream 1, la prima fonte di gas in Europa. Non è da escludere anche la chiusura del gasdotto che, attraverso Ucraina e Austria, arriva in Italia. Per questo è scattata l’urgenza di trovare un partner sostituto allo stato di Putin.

La situazione gas in Italia: si corre ai ripari prima dell’inverno

Dei nuovi accordi per il 2023 sono stati stretti con Congo, Egitto e Algeria. Dai primi due paesi verrà esportato principalmente GNL (Gas Naturale Liquefatto). Maggiori le importazioni dal Congo, si stimano circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Gasdotti italiani

Il pensiero più urgente del Governo è quello degli stoccaggi per l’imminente inverno. Solitamente il nostro Paese può conservare fino a 12 miliardi di metri cubi di gas più ulteriori 4,5 miliardi in caso di emergenza. Ogni anno la riserva di gas viene in parte consumata ma, se usate in toto, basterebbero a coprire solo il 20% del fabbisogno nazionale.

Al momento gli stoccaggi sono pieni oltre il 91% e, considerando i dati di consumo del 2021 (76,1 miliardi di metri cubi di gas utilizzati) la previsione per la stagione invernale è di consumare circa 52 miliardi di metri cubi di gas.

Un consumo che l’Italia può permettersi se la situazione rimane stabile. Nell’ipotesi in cui Putin decidesse di mettere un punto definitivo all’esportazione di gas verso l’Europa, le forniture attuali non sarebbero bastevoli.

Pur utilizzando l’intera riserva di stoccaggio, si arriverebbe a 48 miliardi di metri cubi, circa 4 miliardi in meno rispetto alle stime di consumo invernali. Per questo il piano di riserva è soltanto uno: ridurre il più possibile i consumi.

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