Così l’affitto preclude il Reddito

Ecco in quali caso l’affitto va a precludere il beneficio per il Reddito di cittadinanza

L’Inps ha reso note le modalità di comunicazione sui dati dei contributi per l’affitto erogato per le persone in difficoltà e lo ha fatto con il messaggio del 19 ottobre. Queste servono per consentire l’inserimento automatizzato dei beneficiari tra coloro che non hanno diritto a percepire la quota B del diritto di cittadinanza, quella pari al canone annuo di locazione fino al massimo di 3.360 euro all’anno.

INSP (Ansa Foto)

Si tratta quindi di 280 euro mensili per il Reddito di cittadinanza, mentre nel caso della Pensione di cittadinanza l’importo si abbassa a 1.800 euro annui (150 euro mensili). Questa è quindi la quota per i percettori che sostengono le spese del mutuo per l’acquisto o la costruzione di una nuova abitazione.

Così l’affitto preclude il Reddito

Affitto, tutti i dati per l’erogazione

L’articolo 1 del decreto del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile dice tuttavia che se il Comune eroga il contributo per l’affitto, i benefici non sono cumulabili e quindi niente Quota B per i percettori. L’Inps quindi detta le linee guida con cui il Comune dovrà trasmettere i dati dei soggetti che accedono al beneficio per l’affitto, cosicché i due benefici possano compensarsi automaticamente.

I dati vanno inseriti in un’apposita sezione del SIUSS, sistema informativo gestito dall’Istituto, nell’apposita sezione degli affitti erogati dai Comuni attraverso il  Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione. La trasmissione è con il carattere della prestazione periodica. Ma quali sono questi dati?

La dati di erogazione (quindi di inizio della prestazione) e quella della fine dell’erogazione, il numeri di mesi per i quali il percettore ha ricevuto il beneficio e l’importa erogato per ogni mensilità. A questi dati si aggiunge anche la data di effettiva erogazione del contributo (principio di cassa):

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