Pensioni, fuga a 61 anni

La riforma delle pensioni è uno dei dossier più importanti a cui, il nuovo Governo Meloni, dovrà lavorare. Come promesso anche, in campagna elettorale, il centrodestra ha le idee chiare su cosa fare.

Toccherà alla nuovo ministro del lavoro Marina Elvira Calderone gestire la situazione. Tra qualche mese scadrà Quota 102 che non permetterà più alle persone di andare in pensione con 64 anni e 38 di contributi. Dal primo gennaio 2023, salvo clamorose sorprese con una riforma ad hoc, si tornerà alla legge Fornero: con il pensionamento a 67 anni.

Pensionati

Il ministro Calderone, prima di fare la riforma delle pensioni, intende procedere con un rinnovato dialogo sociale. Quindi è auspicabile che, a stretto giro, parta un tavolo di confronto con i sindacati per studiare la nuova riforma sulle pensioni, già avviato con il Governo Draghi e poi interrotto a causa della guerra in Ucraina.

Pensioni, fuga a 61 anni

Con il passato premier c’era una differenza di vedute visto che Draghi proponeva di andare in pensione a 64 anni di età ma con un ricalcolo contributivo dell’assegno; i sindacati invece avevano proposto due alternative. La prima era quota 41 per tutti oppure l’uscita anticipata dal lavoro a partire dai 62 anni.

Adesso con Giorgia Meloni inizierà una nuova partita. Di sicuro i sindacati non cambieranno idea e porteranno sul tavolo della premier le proposte già fatte a Draghi. L’altra riforma che andrà prorogata è l‘Opzione donna, anche questa in scadenza. Così come l’Ape sociale, che permette a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione a 63 anni. Queste due misure hanno dei costi limitati ed è per questo che con molta probabilità saranno rinnovate. Con Draghi, i sindacati avevano proposta anche di rendere strutturali queste due misure o almeno allungarle fino al 2026 (per l’Ape Sociale). Temi che saranno discussi anche con il nuovo Governo.

Intanto arrivano le ultime indiscrezioni relative alla futura riforma sulle pensioni: ecco l’idea del Governo e perché ci sarà la fuga a 61 anni.

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41 anni di contributi, così le nuove Pensioni

Al vaglio del nuovo Governo c’è l’idea di consentire, almeno per il prossimo anno, di permettere ai lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi e 61 anni di età. Un costo stimato, per questa operazione, è di 700 milioni di euro. Questa è solo l’ultima ipotesi anche perché il Governo valuta anche l’Opzione Uomo che consiste il pensionamento anticipato a 58 anni con 35 di contributi, accettando poi il ricalcolo contributivo dell’assegno.

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