Bollette, così ti fanno pagare i debiti degli altri

Il rincaro delle bollette non è dovuto soltanto all’aumento del prezzo delle materie prime: la radice del problema è ancora più vecchia.

Non solo le famiglie rischiano di rimanere al freddo quest’inverno per la crisi scatenata dall’intervento dell’UE negli affari ucraini, parte della colpa è anche dell’ex Ilva di Taranto.

Rincaro bollette, foto Ansa

La fabbrica è stata, negli anni, protagonista di diversi dibattiti legati sia al discorso ambientale che ad alcune vicende finanziarie dell’azienda. Già nel 2019 l’Arpa aveva definito l’acciaieria come un “rischio cancerogeno inaccettabile per la cittadinanza”.

Di recente invece, a causa di un debito di ben 300 milioni con Eni, la società dell’energia ha smesso definitivamente di rifornire la fabbrica il 30 Settembre 2022. Adesso l’acciaieria di Taranto ha stipulato un accordo con la Sman, che rifornirà soltanto fino al 31 Dicembre.

Intanto però rimane in sospeso il problema dell’enorme debito contratto con Eni, che in qualche modo dovrà pur essere ripagato. La paura è che, ancora una volta, a pagarne le spese potrebbero esserne i cittadini, che si ritroverebbero un costo extra in bolletta tra gli oneri di sistema.

L’ex Ilva non paga le bollette, il costo ricadrà sugli italiani?

Questa sarebbe l’ipotesi e la realtà peggiore per le famiglie italiane, che già si vedono arrivare bollette di luce e gas con importi mai visti prima. Alcuni fanno fatica a pagare pur risparmiando il più possibile, un ulteriore aumento significherebbe una catastrofe totale.

Acciaieria ex Ilva, foto Ansa

Sicuramente è anche parzialmente comprensibile la situazione dell’acciaieria, che si è trovata a vivere dei problemi economici imprevisti già a causa della pandemia nel 2020; l’inflazione degli ultimi mesi non poteva che peggiorare una situazione già critica.

Per questo adesso non è chiaro come l’ex Ilva gestirà il suo enorme debito con Eni, dato che essendo un punto essenziale per l’economia italiana non può permettersi di fermarsi a causa di un eventuale stop a gas e luce.

Inoltre è proprio l’acciaieria a fornire la maggior parte delle materie prime al Nord Italia. Almeno per il momento, come detto sopra, le forniture saranno garantite fino alla fine del 2022, sperando in una risoluzione del problema a breve.

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