Pensioni minime, il Governo si ferma a 600 euro

Arrivano le scelte da parte dell’esecutivo, in contrasto con la campagna elettorale. Sulle pensioni minime il governo si ferma a 600 euro

Se l’ultima campagna elettorale si era aperta con l’annuncio da parte di Silvio Berlusconi di aumentare le pensioni minime a 1000 euro, molti pensionati o lavoratori rimarranno abbastanza delusi. Le scelte del governo sono state fatte, ma non sembrano essere in linea con quelli che erano gli annunci fatti nelle scorse settimane.

(Pensioni minime a 600 euro)
(Pensioni minime a 600 euro)

Ci sarà infatti un aumento, ma molto più contenuto rispetto a quelle che erano le attese. Sulle pensioni minime, infatti, il governo si ferma a 600 euro al mese dal 1°gennaio 2023. Ecco nel dettaglio come cambiano le misure.

Sulle pensioni minime il governo si ferma a 600 euro

Grazie all’intervento del governo dal 1° gennaio 2023 le pensioni minime saranno più alte. L’obiettivo sembrerebbe essere ancora quello di portare gli importi più bassi verso la tanta annunciata soglia dei 1.000 euro entro il 2027, ma la sensazione è che questo, almeno per ora, sarà irrealizzabile.

A partire dal 2023, però, le pensioni con integrazione a trattamento minimo saranno aumentate a 570€. L’aumento sostanziale è soprattutto frutto della perequazione automatica per il prossimo anno. Si tratta di un meccanismo che permette alle pensioni di adeguarsi all’andamento dell’inflazione rispetto all’anno precedente: nel complesso si tratterà di un aumento del 7,3%.

Questi aumenti porteranno l’importo a 564€ al mese, mentre a differenza verrà erogata con la prossima manovra di bilancio. Si pensa che un certo numero di risorse verranno trovate tramite le pensioni d’oro, con una riduzione della percentuale di rivalutazione dal 2023. Coloro che percepiscono una pensione con un importo superiore di 4 volte al trattamento minimo di 525,38€, non dovrebbe poi ottenere la piena rivalutazione.

Le norme attualmente in vigore prevedono che le pensioni siano rivalutate al 100%, per un massimo di 4 volte il minimo. La perequazione, infatti, scende al 90% in caso di 4 o 5 volte il minimo, mentre al 75% sopra le 5 volte. In questo caso l’intenzione dell’esecutivo è quella di abbassare le percentuali per recuperare risorse e finanziare Quota 103. Tuttavia, per ora non c’è nulla di certo e i proclami potrebbero trovare la stessa fine del tanto annunciato aumento delle pensioni minime a 1000 euro di Berlusconi.

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