Perchè gli assegni delle pensioni continuano a scendere

Perchè gli assegni delle pensioni continuano a scendere? I dati pubblicati a fine 2022 dall’INPS chiariscono che, sebbene il numero di pensionati sia aumentato, gli importi complessivi erogati siano inferiori rispetto all’anno precedente.

A fine del 2022 l’ISTAT ha presentato i dati ufficiali riguardo le pensioni erogate nel corso del 2020 e del 2021. Si è confermato che in Italia sono ben 22.758.797 gli assegni pagati. I pensionati sono 16.098.748: questo significa che, in media, ogni persona che si è ritirata dal lavoro percepisce 1.4 pensioni.

Perchè le pensioni continuano a scendere? I dati INPS spiegano perchè - Investire sul web.
Perchè le pensioni continuano a scendere? I dati ISTAT spiegano perchè – Investire sul web.

Le donne sono la quota maggioritaria dei pensionati, precisamente il 52%. Gli assegni pensionistici più alti, però, sono percepiti dagli uomini: sono loro che infatti ricevono il 56% dei redditi pensionistici totali. Le donne, infatti, hanno un assegno mensile che, in media, è inferiore del 27% rispetto agli uomini.

Pensioni, ecco perchè continuano a scendere

Nel 2021 il numero di pensionati è aumentato del 3.6% rispetto al 2020. L’importo medio annuo erogato per prestazione nel 2021 è di 13.753 euro, con una crescita dell’importo complessivo annuo del 1.7% rispetto al 2020. Questo significa che più persone si stanno condividendo un importo che, rispetto al precedente anno, è diventato più esiguo.

I dati ISTAT riguardo l numero di pensioni percepite da ogni pensionato nel 2021 - Investire sul web.
I dati ISTAT riguardo l numero di pensioni percepite da ogni pensionato nel 2021 – Investire sul web.

Il dato è confermato anche dall’Osservatorio sui flussi di pensionamento dell’INPS. Bisogna specificare che, quando si parla di pensioni, si parla sia degli assegni sociali che delle pensioni di invalidità, ai superstiti, oltre alle pensioni anticipate e di vecchiaia. C’è un motivo molto chiaro per cui le pensioni continuano a scendere rispetto agli anni precedenti.

Il cambio di regime pensionistico incide sugli importi erogati

A partire dal 1° gennaio 1996 i nuovi lavoratori sono assoggettati al 100% al sistema pensionistico contributivo. Coloro che si pensionano oggi, in maggior parte, sono invece soggetti ad un sistema misto fra retributivo e contributivo. Si tratta quindi di persone che in media hanno iniziato a lavorare prima del 1996.

I dati ISTAT riguardo il numero di pensionati e gli importi percepiti nel 2021 - Investire sul web.
I dati ISTAT riguardo il numero di pensionati e gli importi percepiti nel 2021 – Investire sul web.

Mentre l’assegno pensionistico del regime contributivo è calcolato sulla media delle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro, e quindi è più vantaggioso, il sistema contributivo segue un calcolo diverso. I versamenti contributivi ed i relativi interessi maturati sugli stessi vengono divisi per il coefficiente di trasformazione, stabilito dal governo.

Come può fare un lavoratore per avere una simulazione della propria pensione

A fine 2021, le pensioni liquidate erano al 70% assoggettate al regime contributivo, e solo per il 30% erano al regime retributivo. Le pensioni contributive sono dunque più basse. A partire dal 2035, quando tutti i lavoratori saranno assoggettati al nuovo regime contributivo, gli importi medi erogati dall’INPS dovrebbero scendere ulteriormente.

È importante che i lavoratori abbiano conoscenza di quella che potrebbe essere la pensione ed le possibilità di ritirarsi dal lavoro. Per questo motivo, l’INPS ha utilizzato i fondi del PNRR per elaborare “Pensami“, utilizzabile anche senza una registrazione al portale. Da diversi anni, esiste anche “La mia pensione futura“, solo per gli iscritti al portale.

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