Pensioni, perchè il nostro futuro è a rischio

Il futuro delle nostre pensioni è a rischio? Ecco cosa ha evidenziato uno studio recentemente pubblicato riguardo i pensionati in Italia.

I dati diffusi dall’AIRE, l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, presentano dei sicuri spunti di riflessione. Nonostante le difficoltà a livello mondiale causate dalla pandemia di Covid, i cittadini emigrati dal nostro paese nel 2021 sono del 6% superiori al 2020. Le destinazioni preferite rimangono l’Argentina, la Germania, la Svizzera, la Francia ed il Regno Unito.

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Nelle 13 destinazioni in risiedono più italiani non compare neanche un paese asiatico. Si predilige dunque il Sud America, l’Europa ed i paesi occidentali in genere. È curioso scoprire che il numero di italiani all’estero supera il numero di stranieri che hanno deciso di risiedere nel nostro paese. Si tratta soprattutto di maschi in età lavorativa, dai 21 ai 60 anni.

Pensioni, perchè il nostro futuro è a rischio

Sicuramente questi dati dell’AIRE hanno influito sul risultato del rapporto presentato dall’Ufficio Studi CGIA di Mestre. Fra il 2014 ed il 2022 la popolazione italiana che si trova nella fascia di età più produttiva, ovvero fra i 25 ed i 44 anni, è diminuita di oltre 1,36 milioni di unità. In parte, si tratta di cittadini italiani emigrati all’estero.

I dati AIRE 2021 riguardo la regione di provenienza degli italiani all'estero ed il sesso e l'età - Investire sul web.
I dati AIRE 2021 riguardo la regione di provenienza degli italiani all’estero ed il sesso e l’età – Investire sul web.

Nel Belpaese, da diversi anni, c’è un problema riguardo il tasso di natalità che è sempre più basso. Se infatti l’ISTAT informa che nel 2002 ogni mille abitanti nascevano in media 8.9 bambini, nel 2021 ne nascevano 6.8, ovvero il 23.6% in meno. Questo comporta anche l’innalzamento dell’età media: nel 2002 era di 43.8 anni, nel 2022 era di 46.2 anni.

La migrazione interna influisce sul saldo regionale lavoratori-pensionati

Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, dove gli over 65 diventano una percentuale sempre più rilevante. Questo dato, insieme alle retribuzioni poco competitive rispetto agli altri paesi occidentali, provoca una sempre maggiore difficoltà nel riuscire a reperire personale, come ad esempio si verifica ormai da anni nel settore tecnico ed informatico per il middle management e top management.

I dati demografici ISTAT riguardo gli ultimi 10 anni - Investire sul web.
I dati demografici ISTAT riguardo gli ultimi 10 anni – Investire sul web.

All’interno dell’Italia continua ad esserci un’incessante migrazione interna dal sud verso le regioni del nord, che continuano ad offrire più prospettive lavorative ed un salario in media più alto. I dati aggiornati al 1° gennaio 2022 mostrano che infatti il sud Italia ha un saldo negativo di 1.244.000 pensionati in più rispetto ai lavoratori.

Il dato preoccupante che fotografa la situazione al 1° gennaio 2023

Le regioni meridionali da cui partono più italiani per il nord continuano ad essere Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. Le regioni del centro-nord che invece hanno un saldo positivo sono Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna e Trentino Alto-Adige. Il problema sollevato dalla CGIA è che dal 1° gennaio è stato rilevato un dato preoccupante.

I lavoratori del Belpaese non compensano più il numero di pensionati, seppur con tutti gli squilibri che presentano le diverse regioni. Coloro che attualmente percepiscono una pensione sono 22.759.000, contro i lavoratori che invece sono 22.554.000, 205.000 in meno. La buona notizia è che i bilanci dell’INPS, per il momento, risultano equilibrati.

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