Andare in pensione prima, cosa succede con i contributi figurativi

Pensioni anticipate grazie ai contributi figurativi. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questo argomento che interessa sempre più lavoratori.

Ci sono dubbi e perplessità riguardo i contributi figurativi? Ecco tutte le risposte ad ogni domanda. C’è la possibilità di andare prima in pensione grazie a questa misura, svelati tutti i dettagli.

Contributi figurativi
Pensioni anticipate, cosa sono i contributi figurativi, Ansa Foto, investiresulweb

Cresce l’incertezza di molte persone riguardo i contributi necessari per poter andare in pensione. Tra i contributi effettivi o versati e quelli figurativi.

Andare in pensione prima, cosa succede con i contributi figurativi

In generale, per la pensione di vecchiaia si possono utilizzare tutti i contributi a qualsiasi titolo versati. In pratica, soprattutto oggi che è in vigore il sistema contributivo, la pensione viene liquidata in base al montante dei propri contributi. Ogni mese di lavoro il lavoratore concede una parte del suo stipendio alla pensione che verrà.

Tutto ciò che il lavoratore versa finisce in una specie di conto deposito, che verrà aperto alla data di maturazione dei requisiti per la pensione e trasformato in una rendita mensile chiamata pensione. In ogni caso, è importante tenere in considerazione i requisiti richiesti per accedere alle diverse misure pensionistiche e verificare la validità dei contributi figurativi per il diritto e la misura della prestazione.  La regola per maschi e donne e per quota 41 impone diversi limiti. I contributi effettivi devono essere 35, privi di quelli figurativi per malattia o disoccupazione.

Dunque, in sintesi, per la pensione anticipata ordinaria servono 35 anni di contribuzione effettiva da lavoro. Ciò significa che dei 41 anni e 10 mesi richiesti per le donne, 35 devono essere effettivi da lavoro.

Cosa sono i contributi figurati e come fare per utilizzarli

Il datore di lavoro non versa i contributi previdenziali per tutte le volte in cui il lavoratore non svolge la sua attività a causa di malattia maternità o altre ragioni. Ecco perché in questo caso subentra il contributo figurativo che è utile anche per tutti quei lavoratori in cassa integrazione o in disoccupazione. Ciò serve a garantire la copertura assicurati e il diritto di pensione al lavoratore.

Contributi figurativi
sindacati che manifestano per i diritti dei lavoratori, ansa foto, investiresulweb

Questi periodi, che sono privi di contribuzione,  sono coperti sul piano pensionistico e sono da considerare nel momento di presentazione della domanda di pensione. Si può dunque sintetizzare così: i contributi figurativi sono quelli che non sono versati né dal datore di lavoro e nemmeno dal lavoratore. Vale per tutti i periodi in cui si è verificata l’interruzione o la riduzione delle ore di lavoro. Questi possono essere accreditati attraverso la domanda del lavoratore o d’ufficio e non hanno alcun costo.

Valgono ai fini del calcolo per la pensione. Differiscono dai contributi da riscatto, che sono a carico del lavoratore e riguardano i contributi volontari che coprono eventuali corsi di laurea o lavoro all’estero.

Il contributo figurativo è riconosciuto d’ufficio quando il lavoratore ottiene la disoccupazione o cassa integrazione. Possono essere accreditati, su istanza, quelli relativi al servizio militare o periodi di congedo per paternità o maternità, assenza a causa della malattia del figlio, assenze dal lavoro non retribuite per assistenza ai propri figli e tanti altri casi.

L’ultima decisione, se accreditare o meno questi contributi figurativi nel proprio conto assicurativa, spetta direttamente al lavorate che potrà ottenerli attraverso una richiesta.

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