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Superbonus addio, chi paga per i lavori non ultimati

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Federica Pollara

Cosa succede se avete richiesto il bonus 110 ma l’azienda edilizia non termina in tempo i lavori?

Il superbonus 110, diciamocelo è pieno di problematiche molto criticate negli ultimi tempi. Le richieste sono state molte e le imprese edili hanno avuto non poca difficoltà a coprire tutte le richieste inoltrate.

Una domanda è obbligatorio però chiedersela: cosa succede se la domanda viene accettata, iniziano i lavori di ristrutturazione, ma questi non vengono terminati in tempo con la scadenza del bonus? La paura è che sia proprio il committente a dover pagare le spese rimanenti.

Ai centinaia di problemi burocratici -resi più insidiosi per incastrare i ‘furbetti’ e impedirgli l’uso del superbonus- sia per il committente che per le ditte incaricate dei lavori di edilizia, negli ultimi tempi si è aggiunto un ulteriore, insidioso problema, ovvero quello del rincaro delle materie prime.

L’approvvigionamento dei materiali edilizi ha messo in grosse difficoltà le imprese e ciò si riflette anche sulla possibilità di richiedere il Superbonus 110 – o addirittura non solo sulle richieste, ma anche su chi ha già avviato i lavori.

Superbonus 100: sbrigatevi o rischiate di pagare di tasca vostra

In merito al pagamento dei lavori, il problema maggiore è se non si riescono a finire entro la data stabilita. In questi casi è sempre opportuno fare riferimento al contratto stipulato con il committente. Questo problema in ambito privato, non riguarda i lavori nei condomini, ma solo per quelli sulle villette unifamiliari.

Il limite stabilito per il termine dei lavori con il Superbonus 100 -in particolare sugli interventi sulle villette unifamiliari- è stato fissato al prossimo 30 Settembre 2022. I lavori dovranno essere completati almeno al 30%; a meno che non ci siano ulteriori proroghe, chiunque non rispettasse la data e la percentuale sopra indicata non potrà più beneficiare del Superbonus 110.

Purtroppo il Superbonus 110 per la ristrutturazione della propria casa è diventato una vera corsa contro il tempo, tra l’accertamento della conformità urbanistica, e la progettazione, presentazione ed approvazione delle pratiche.

Inoltre, per i lavori sopra i 516.000 euro, dal 2023 sarà obbligatoria per le ditte appaltanti pure l’attestazione SOA.

Federica Pollara

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