Il 2022 si sta rivelando l’anno dei bonus e adesso sono in arrivo altri 500 euro di bonus nelle tasche degli italiani: tutto grazie ad una decisione dell’Unione Europea.
È stato riconfermato per il 2022 il bonus docenti, un contributo di ben 500 euro per tutti i docenti, utile all’acquisto di beni e servizi che riguardano l’insegnamento come libri e testi per l’aggiornamento professionale, hardware e software, iscrizione a corsi ecc.
Secondo la legge italiana il bonus 500 euro spetta a tutti i docenti di ruolo a tempo indeterminato, impiegati nelle scuole statali, a tutti i docenti in prova o in formazione. Inoltre ne possono usufruire i docenti inidonei per motivi di salute, i fuori ruolo o distaccati, quelli delle scuole estere e militari.
Non sono mai stati inseriti tra i beneficiari del bonus i docenti precari, che in Italia si contano davvero a migliaia. Finalmente però è arrivata la svolta direttamente dall’Unione Europea, grazie ad una pronuncia della Corte di Giustizia Europea.
Fino ad oggi i docenti del precariato non hanno potuto usufruire, come i tantissimi colleghi, del bonus 500 euro. Questo è destinato a tutte le spese inerenti alla professione: l’acquisto di testi o corsi di aggiornamento rimane il più importante fine.
La svolta è recentissima, risale soltanto ad una decina di giorni fa. Il 18 Maggio 2022 la Corte di Giustizia Europea ha sancito con un’ordinanza che anche gli insegnanti precari hanno diritto a ricevere il bonus 500 euro per i docenti.
Il caso è stato portato in tribunale dall’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, un’associazione sindacale professionale), che ha presentato ricorso alla Corte Europea dopo i recenti fatti avvenuti in Italia. La proposta era infatti già stata riconosciuta come valida dal Tribunale di Torino e dal Consiglio di Stato.
Un insegnante ha infatti presentato ricorso e il tribunale di Torino gli ha riconosciuto non solo i 500 euro di bonus dell’annualità corrente, ma anche quelli di cinque precedenti supplenze annue, per un risarcimento totale di 3.000 euro.
Nella sentenza è stato sottolineato che, al fine del riconoscimento del bonus, non si possono distinguere insegnanti a tempo indeterminato da quelli a tempo determinato: “Il docente a tempo determinato deve avere il beneficio della c.d. Carta del docente; atteso che ai sensi degli artt. 63 e 64 del CCNL di categoria l’Amministrazione scolastica ha l’obbligo di fornire a tutto il personale docente”.
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