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Pesce, i banconi dei supermercati presto saranno vuoti: cosa sta accadendo

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Massimiliano Ciancaglioni

Più si va avanti e più si rischia di non trovare più il pesce al supermercato: le cause della protesta dei commercianti

Il pesce fresco, soprattutto quello italiano è cosa sempre più rara da trovare ad oggi. Ce ne accorgiamo semplicemente facendo un giro nei vari supermercati o banconi dei pesci nelle città. Trovare del pesce fresco italiano sta diventando un’impresa ormai impossibile. I paesi di provenienza del pesce che sta arrivando in questi giorni sono i seguenti. Croazia, Grecia, Francia, Spagna, Tunisia, e anche Tanzania e Vietnam.

La causa è ovviamente da trovarsi negli aumenti del prezzo del carburante che ha fatto aumentare i costi in modo vertiginose per la marineria italiana. Calcoliamo che in un anno il prezzo del gasolio è triplicato e i costi per uscire in mare sono davvero elevatissimi. Si è arrivati addirittura al punto che una battuta di pesca costa più di quanto può rendere, motivo che porta i marinai a restare al porto.

Pesce, le cause delle proteste

Gli addetti ai lavori accusano il Governo di averli abbandonati e asseriscono di non aver neanche ricevuto i fondi già previsti. Federpesca dichiara: “Abbiamo sinceramente apprezzato il tempismo con il quale nel decreto Energia di marzo erano state individuate le misure a sostegno del settore ma il fatto che ad oggi nessun contributo sia stato erogato ha esasperato la situazione”. Sono quindi arrivate le prime proteste ad Ancona con i pescherecci chiusi per 15 giorni, così come quelli della marineria dell’Adriatico e della Puglia.

I commercianti erano di conseguenza corsi al riparo ordinando del pesce fuori dal territorio nazionale. Ma nei giorni scorsi ad Ancona hanno bloccato per tre ore dei tir carichi di pesce proveniente dall’estero, vietando l’accesso al mercato ittico. Apollinare Lazzari, presidente associazione produttori e pesca di Ancona, ha spiegato: “Chiaro che così non si può andare avanti. Noi, a differenza di altre imprese, non possiamo scaricare il costo sul prodotto. Serve un aiuto diretto e immediato. Non chiediamo sconti o agevolazioni. Ci occorre solo che il gasolio non superi un certo prezzo così da poter lavorare”.

Massimiliano Ciancaglioni

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