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4 mesi di stipendi più alti, così puoi reggere il rincaro delle bollette

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Federica Pollara

Il Governo ha trovato una strategia per affrontare il caro bollette: aumentare gli stipendi con una mossa fiscale furba. Così avrete più soldi in tasca per sostenere le spese.

Il Ministro del Lavoro Andre Orlando ha confermato l’attuabilità dell’idea già presentata ad inizio Giugno, ovvero quella del taglio del cuneo fiscale, in modo da lasciare più soldi negli stipendi dei lavoratori. “Penso che una convocazione sia auspicabile e giusta”, ha dichiarato in merito alla convocazione dei sindacati entro Luglio.

“Ho detto più volte che serve un intervento sul cuneo fiscale”. Ancora è tutto da decidere ma possiamo cominciare a speculare su quale sarà l’effettiva mossa del fisco nei prossimi mesi. Probabilmente si procederà su due fronti: intervenire con qualche misura immediata per gli ultimi mesi dell’anno e ristrutturare ad hoc la prossima Legge di Bilancio.

Di cosa parliamo quando diciamo tagli al cuneo fiscale? Si tratta della differenza tra il costo del lavoro (per il datore) e la retribuzione netta elargita al dipendente. Il cuneo viene calcolato utilizzando l’imposta sul reddito dei soggetti ed i contributi previdenziali.

Taglio al cuneo fiscale: le prossime mosse sono incerte e i beneficiari potrebbero essere pochi

Il pratica se si effettuano i tagli, il dipendente si fa carico di parte dei contributi previdenziali, al resto ci pensa il datore di lavoro. Così la retribuzione lorda aumenta rispetto al netto. Più la differenza tra questi due aumenta, più è alto il cuneo fiscale.

Il beneficio del cuneo fiscale potrebbe essere applicato a tutti i dipendenti con reddito lordo annuo non superiore a 35.000 euro; questi avrebbero circa 70 euro in più in busta paga ogni mese. Una decisione in merito potrebbe giungere il prossimo mese, data l’urgenza contro il caro-bollette.

Una manovra che costerebbe circa 2,5 miliardi di euro allo Stato, che potrebbero essere prelevati dalle tasse sugli extraprofitti imposte alle società produttrici di energia. Se non si riuscisse a raccogliere una quantità tale di fondi, i beneficiari potrebbero restringersi ai dipendenti con reddito inferiore a 20.000 euro.

Federica Pollara

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