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Reddito di Cittadinanza, allarme INPS: gli importi sono troppo alti

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Sabrina Pesce

L’INPS ha lanciato un allarme relativo al Reddito di Cittadinanza: gli importi sono troppo alti. Approfondiamo insieme la questione sollevata dal Presidente Pasquale Tridico.

Mediante il suo rapporto annuale, l’Inps ha voluto lanciare l’allarme per quanto concerne le pensioni ed il lavoro. I percettori del Reddito di Cittadinanza, in alcuni casi, infatti, vivono con importi più alti rispetto ai pensionati e ai lavoratori. Questo è quanto ha dichiarato il Presidente dell’istituto Previdenziale, Pasquale Tridico.

Quello che è emerso dal rapporto annuale fornito dall’Inps è un quadro davvero desolante che rivela che il 23% dei lavoratori prende meno di coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza. La percentuale di pensionati e lavoratori che prende meno dei percettori del Reddito di Cittadinanza è davvero altissima. Nello specifico, oltre 3 milioni di dipendenti italiani guadagnano sotto i 9 euro lordi all’ora. Si tratta della soglia minima stabilita dalla legge per quanto concerne il salario minimo. In poche parole, la gran parte delle persone guadagna sotto i 780 euro al mese. Per i pensionati la situazione non è migliore dal momento che 1 su 3 vive con una pensione inferiore ai 1.000 euro al mese. Si tratta di una percentuale pari al 32 per cento che comprende be 5 milioni di soggetti.

Si tratta sicuramente di una situazione davvero desolante che deve spingere il Governo ad introdurre al più presto una riforma delle pensioni come anche norme più incisive a difesa del lavoratore. Ancora una volta al centro delle polemiche e il Reddito di Cittadinanza e i loro percettori. In particolare, molte forze politiche hanno sottolineato la necessità che venga riformulato per evitare che incentivi forme di parassitismo. Senza contare che a partire dalla sua introduzione ha portato ad una carenza di lavoratori per quanto concerne il settore turistico. Al momento, infatti, mancherebbero all’appello più di 300mila lavoratori stagionali con tutte le conseguenze negative per i datori di lavoro che operano nel settore. Per far fronte anche a questa situazione comunque il Governo sta valutando l’introduzione di una serie di modifiche alla normativa sul reddito in questione che in molti casi finisce per penalizzare coloro che lavorano che, a conti fatti, guadagnano di meno.

Sabrina Pesce

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