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Bonus

Superbonus, cosa accade se cedi il tuo credito ad un parente

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Federica Pollara

Sono tante le misure adottate dall’ultimo Governo che potrebbero avere vita breve dopo le elezioni: tra queste anche il Superbonus 110%.

Qualche settimana fa il Superbonus 110% aveva fatto scatenare il panico, dato che erano rimaste bloccate le ultime richieste, tuttavia la situazione si è sbloccata e le ultime domande di cessione del credito sono state salvate.

Nonostante le conferme e spiegazioni ricevute dall’attuale Governo ci sono dei dettagli che non sono ancora chiari a tanti cittadini. Ad esempio, è possibile attuare una cessione del credito tra parenti?

Cedere il credito d’imposta per il Superbonus 110% è stato meno piacevole per alcuni, ma una manna dal cielo per tanti altri che hanno -o devono ancora- ristrutturare un immobile con una cifra irrisoria. Tra i vari dubbi in merito al Superbonus ci si chiede che è possibile la cessione del credito tra parenti.

Per chi ancora vorrebbe richiedere il bonus la risposta è molto positiva. È infatti possibile chiedere la cessione del credito tra parenti, a patto che chi acquisisce i crediti li utilizzi per il pagamento di imposte e contributi.

A tal proposito l’Agenzia delle Entrate ha voluto chiarire la situazione date le tante domande da parte dei cittadini, tutte relative alle cessioni ai parenti, sia per il Superbonus 110% che per altri bonus edilizi.

Superbonus 110%: i parenti devono utilizzare i crediti d’imposta per le tasse

L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che, stando all’articolo 121 del Decreto Rilancio, tutti i crediti d’imposta derivati da interventi edilizi effettuati con bonus, devono essere utilizzati in compensazione.

Ciò significa che il credito viene poi ripartito in quote e viene utilizzato come una detrazione annuale. Se però il credito non viene mai utilizzato nel corso dell’anno decade, e non sarà possibile detrarlo negli anni successivi. Come chiarito dall’Istituto:

“i crediti che i parenti riceveranno dovranno essere utilizzati in compensazione, attraverso il modello F24, per il pagamento di imposte e contributi che si versano con tale modello (imposte sui redditi, Iva, Irap, contributi previdenziali dovuti da titolari di posizione assicurativa, contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori dei lavori, premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, tasse sulle concessioni governative, tasse scolastiche, imposte sostitutive delle imposte sui redditi e dell’Iva, eccetera)”.

Federica Pollara

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