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Cartelle esattoriali annullate, così l’errore del Fisco può diventare un Condono

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Francesco Petito

Ecco come sfruttare l’errore del Fisco sulle cartelle esattoriali annullate. Adesso, con questa mossa, c’è la possibilità di accedere ad uno speciale Condono. Ecco tutti i dettagli sull’argomento. 

Sono a rischio annullamento tantissimi avvisi di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tutto questo perché c’è stato un errore da parte dell’ufficio riscossioni. Adesso c’è la possibilità questo errore del Fisco possa diventare un Condono per tutti.

C’è stato un errore da parte dell’ufficio Riscossioni dell’Agenzia delle Entrate. Adesso sono a rischio annullamento moltissimi avvisi di riscossione. Sono stati inviati infatti, delle cartelle esattoriali da indirizzi di posta elettronica certificata non validi o non inseriti nei registri.

Come riportato da Money.it, gli atti notificati per la riscossione per via telematica devono rispettare l’articolo 3-bis legge 53/1994. Il mittente, infatti, deve utilizzare in maniera esclusiva un indirizzo di posta elettronica certificata (pec) che compare negli elenchi pubblici. In caso contrario, l’atto non ha effetti giuridici e la notifica è inesistente.​

Per questa ragione se il contribuente ha il dubbio di aver ricevuto, in modo errato, la richiesta via telematica da un indirizzo pec che non è presente nell’elenco pubblico può fare richiesta di annullamento della notifica.

Chi riceve una cartella esattoria via telematica ed ha il dubbio o sospetto che il mittente abbia utilizzato un indirizzo Pec non presente nell’elenco pubblico, può invalidare la richiesta attraverso il sito istituzionale dell’Ente da cui proviene l’email e verificare se la Pec è quella effettiva.

Inoltre il contribuente può verificare che l’indirizzo sia contenuto nei registri pubblici degli indirizzi Pec, IPA, Reginde e Ini-pec.

L’indirizzo ufficiale è protocollo@pec.agenziariscossione.gov.it. Se il contribuente riceve la cartella esattoriale da un altro indirizzo di posta che non è negli elenchi, può non considerare la mail. L’atto, infatti, non ha effetti giuridici e la notifica è inesistente. Secondo i giudici, almeno una parte di questi, in questa eventualità l’invio dell’atto non è mai avvenuto e pertanto non sei tenuto a pagare.

Francesco Petito

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