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Energia, con la Russia abbiamo fatto male i conti: cosa accadrà nei prossimi due anni

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Edoardo Corasaniti

Al via il piano di razionamento del gas. Obiettivo staccarsi da Mosca. Ma non è così semplice in realtà. Ecco perché. 

Da ieri è iniziato il processo di razionamento del gas con l’obiettivo di staccarsi completamente dalla dipendenza dal gas russo.

Ansa, Mosca

Il Piano nazionale, pubblicato dal Ministero per la Transizione ecologica, elenca obiettivi e strategie messe in campo per tagliare gran parte dei metri cubi che fino a prima dell’invasione dell’Ucraina importavamo dalla Russia. Tuttavia, dal documento emerge anche un altro dettaglio. Ovvero che per fare a meno del metano di Putin ci vorranno almeno due anni. Sempre che tutto vada liscio come l’olio.  A bacchettare sul pinto è Nicola Porro è sul proprio sito.

Le mosse del governo

Partiamo intanto dai dati. Prima della guerra, il gas russo copriva il 40% del fabbisogno nazionale di gas con cui accendiamo gli altiforni delle industrie e produciamo energia elettrica.

Ansa, Roma

Parliamo di 29 miliardi di metri cubi su un totale di 76 miliardi annui consumati. Per sostituirli, il governo ha messo in campo alcune strategie. Ha riempito gli stoccaggi a più non posso, nella speranza di superare senza drammi l’inverno ormai alle porte; Ha siglato un accordo per il graduale aumento delle forniture di gas dall’Algeria, che consentirà di sfruttare al massimo le attuali capacità disponibili di trasporto del gasdotto che approda in Sicilia, fornendo volumi crescenti di gas già a partire dal 2022. Ha aumentato nel breve termine le importazioni dal gasdotto TAP, la cui società ha inoltre avviato le interlocuzioni per realizzare il raddoppio della capacità di trasporto, che non necessita di interventi tecnici sul tratto italiano del gasdotto.

Saremo mai indipendenti?

Bene. Ma ci basterà per staccarci dalla dipendenza dal gas di Mosca? Sì, ma non nell’immediato. Il Piano di Cingolani prevede infatti che “l’insieme delle misure di diversificazione sopra descritte consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurre l’uso del gas in generale”. Per una minore dipendenza bisognerà invece aspettare almeno 2-3 anni. Solo “entro il 2025” infatti saremo in grado di “sostituire i circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo con circa 25 miliardi di metri cubi di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica”.

Edoardo Corasaniti

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