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Economia

Energia e blocco dei consumi, quali fasce orarie sono più a rischio

Published by
Massimiliano Ciancaglioni

La crisi dell’energia sta portando l’Ue a imporre un taglio sui consumi elettrici: le fasce orarie e la percentuale

In queste ultime ore si sta parlando soprattutto della crisi energetica e del taglio obbligatorio ai consumi elettrici. L’Unione europea è pronta a legiferare per affrontare l’inverno ormai prossimo. Si passa quindi dalla crisi sanitaria alla crisi energetica, e a Bruxelles si vocifera di una riduzione del 10% sui consumi elettrici su base mensile, mentre il taglio obbligatorio nelle ore di punta sarà fissato al 5%.

Blocco energia

Questo regolamento non sarà subito operativo, perché dovrà prima essere recepito dai Paesi membri. In Italia questa situazione sarà molto probabilmente presa in esame dal prossimo esecutivo, che arriverà con le elezioni del 25 settembre e dovrà scegliere la modalità di esecuzione del taglio. Bisognerà stabilire le fasce di intervento sui contatori.

Energia, il taglio sui consumi è nell’aria

Inoltre andranno scelte le modalità per individuare le priorità di modulazione della potenza erogata agli utenti. In tal caso serve una delibera di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Ma andiamo a vedere a quali fasce orarie si fa riferimento per il taglio. Parliamo degli orari di punta in cui si intensificano i consumi che, secondo i dati riportati da Terna, vanno dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18.

Ora siamo in estate e si prevede che con l’arrivo dell’inverno gli orari di maggior consumo possano essere registrati prima. Società come Enel, Unareti e Areti possono intervenire riducendo la potenza energetica agendo direttamente sui contatori digitali: una situazione ben diversa rispetto ad agire su milioni di utenze dopo un’imposizione dall’Europa.

Con un taglio del 5% si arriverebbe a una riduzione di 0,15 kilowatt, che potrebbero sembrare poco, ma comunque una buona riduzione su elettrodomestici come il forno o lo scaldabagno. Nel caso in cui l’energia erogata non bastasse si potrà chiedere un aumento della potenza, ma a un costo aggiuntivo.

 

Massimiliano Ciancaglioni

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