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Reddito di Cittadinanza, chi saranno i primi ad essere tagliati fuori

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Federica Pollara

Il nuovo Governo ha intenzione di ridimensionare il Reddito di Cittadinanza ad una platea più ristretta: ecco chi lo perderà per sempre.

Manca poco ormai al nuovo Governo di centrodestra, molto probabilmente guidato da Giorgia Meloni, una delle candidate preferite al ruolo di prossimo presidente del consiglio.

Reddito di Cittadinanza

Sono tante le cose da fare, prima fra tutte la nuova Legge di Bilancio 2023, nella quale si deciderà come proseguire con tutte le misure straordinarie come i bonus edilizi, le pensioni e, ovviamente, anche il Reddito di Cittadinanza.

La destra e la sinistra sono spaccate, su quest’argomento. Salvini e Berlusconi vorrebbero riformare la misura senza abolirla, i 5 stelle vorrebbero che tutto rimanesse com’è, mentre la Meloni vorrebbe proprio abolirlo e sostituirlo con una misura simile.

Il futuro del Reddito di Cittadinanza è nero

Sarebbe il reddito di solidarietà, concesso soltanto alle fasce più deboli della popolazione, come invalidi e over 60. La prospettiva più probabile è quella di una riforma del Reddito, dato che anche la Commissione Europea ne ha chiaramente consigliato la non abolizione.

Un reddito minimo è estremamente rilevante nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione. Sarà importante che gli Stati membri modernizzino i propri ammortizzatori sociali con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi”, hanno scritto.

Il problema sono i ‘furbetti’ del Reddito, una categoria che Salvini punta ad eliminare con una regola semplice: toglierlo a tutti coloro che non ne hanno davvero diritto e a chi rifiuta la prima proposta di lavoro.

Reddito di Cittadinanza

Come detto sopra, anche la Meloni non ha intenzione di eliminare del tutto il Reddito, ma riformarlo completamente dandogli anche un nuovo nome. Il Reddito di solidarietà di Fratelli d’Italia sarebbe concesso soltanto ai non occupati over 60 e alle famiglie con minori o disabili.

In questo modo il Reddito non potrà più essere richiesto dai soggetti giovani semplicemente disoccupati, che sono una grandissima fetta degli attuali percettori. Secondo il senatore Ignazio la Russa sarebbero il 50% in totale:

“Noi speriamo di dare un lavoro, noi immaginiamo di abolire questa legge e di ricostruire in forma diversa il rapporto con chi ha bisogno. Siamo convinti che offrendo ai datori di lavoro la possibilità di assumere e avere meno tasse si possano avere molte assunzioni”.

Al momento si parla comunque di semplici speculazioni. Il vero futuro del Reddito di Cittadinanza sarà scritto, nero su bianco, nella prossima Legge di Bilancio 2023.

Federica Pollara

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