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Economia

Gas, il presidente dell’Eni dice di non essere ottimista. E spiega perché

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Gianluca Merla

Non ci attendono momenti migliori sul gas secondo il presidente dell’Eni, che dice di non essere ottimista. Ecco perché

Secondo Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, è “difficile essere fiduciosi per l’inverno”. Non sono parole di distensione quelle pronunciate dal leader Eni che disegna un orizzonte piuttosto complicato per il nostro Paese.

(Amministratore delegato Eni/Ansa)

In vista dell’inverno, infatti, i consumi di gas aumenteranno a dismisura, in particolar modo durante i mesi di gennaio e febbraio. Ma la crisi del gas tra Russia ed Europa si fa sempre più complessa e pericolosa. Ecco, quindi, perché l’amministratore delegato Eni dice di non essere ottimista.

Nessun ottimismo da parte di Eni sul fronte del gas. Ecco perché

Non filtra alcun tipo di ottimismo da parte dell’amministratore delegato Eni sul fronte del gas. Per Claudio Descalzi, infatti, sarà molto difficile essere fiduciosi in vista dell’inverno. A destare preoccupazione, infatti, è la fornitura di gas da parte della Russia, che nelle scorse settimane è venuto a mancare del 100%.

Secondo Descalzi, infatti, “il contributo addizionale del gas russo di 20 milioni di metri cubi di gas al giorno è fondamentale”. In vista di una possibile (per molti probabile) interruzione totale delle forniture mancherebbero al nostro Paese circa tre miliardi di metri cubi di gas. L’ad Eni si augura quindi il corretto e costante funzionamento dei rigassificatori, oltre a nessun problema tecnico con le produzioni di gas di Egitto o Algeria e interruzioni dalla Libia.

Inoltre, in Italia, nonostante la situazione di difficoltà, si continua ad esportare gas. Per Descalzi il motivo è che esistono “mercati più attraenti” e l’unico modo per risolvere il problema sarebbe quello di aumentare con gli stoccaggi, in modo da arrivare fino al 100% della possibilità.

(Amministratore delegato Eni/Ansa)

L’amministratore delegato Eni continua dicendo che non è ancora sufficiente installare i due rigassificatori a Ravenna e Piombino, ma è assolutamente necessario pianificarne un terzo, in modo da garantire “una ridondanza di installazioni”.

Ora l’intenzione di Eni è quella di comprendere quali siano le condizioni che possano permettere di subentrare a Gazprom, o in alternativa al trasportatore. Ma tutto è ancora troppo complesso e non vi è ancora un piano preciso. Intanto, però, l’inverno si avvicina e il futuro non sembra essere affatto benevolo.

Gianluca Merla

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