Ci sono state molte diatribe intorno al sistema di pensionamento per il 2023.
L’età del pensionamento resta a 67 anni, ma ci saranno altre misure, già approvate che permetteranno di ritirarsi dal mondo del lavoro anticipatamente. Ecco cosa succede quest’anno.
Il nodo delle pensioni è uno dei più importanti tra quelli sciolti dalla Legge di Bilancio 2023. Il Governo Meloni ha avuto tra le mani una situazione estremamente delicata per quanto riguarda il sistema pensionistico da adottare, visto che il Governo Draghi non era mai riuscito a completare l’accordo sulla riforma della pensione. Gli interventi in materia previdenziale sono quindi stati molti, e molti li hanno giudicati insufficienti vista la situazione in cui ci troviamo. La prima cosa che è saltata all’occhio è la rivalutazione di tutte le pensioni del 7,3%. Questa è senza dubbio la misura più importante.
La rivalutazione in se era ampiamente pronosticabile, visto quanto in alto è schizzato il tasso di inflazione nell’ultimo anno. Tuttavia c’è da considerare come questa rivalutazione è stata applicata. Visti i tanti interventi da fare, il Governo è dovuto andare a risparmio, limitando l’aiuto completo solo alle fasce di reddito più basse. Chi ha una pensione che sia entro 4 volte il trattamento minimo INPS, riceverà il 100% dell’aumento della rivalutazione, ma chi ha una pensione più alta riceverà un aumento relativamente inferiore.
L’età del pensionamento di vecchiaia rimane fissa a 67 anni anche per il 2023. Tuttavia sono state confermate diverse misure di pensionamento anticipato che potranno permettere un più agevole ritiro dal mondo del lavoro e ricambio generazionale. La prima misura approvata è quota 103, che si rivela un compromesso rispetto all’idea originale di Quota 41. Rimane l’idea di mettere in pratica una misura di pensionamento anticipato che permetta di andare in pensione dopo aver completato i 41 anni di contributi. Tuttavia, come spiega Federico Freni, Sottosegretario all’Economia, in un’intervista con Il Messaggero, il problema dei costi ha imposto un limite di età anagrafica di 62 anni.
Altra misura approvata, ma con problemi a causa dei costi elevati è Opzione Donna. La misura rimane, ma con un aumento del requisito di età a 60 anni, che possono essere diminuiti in caso di presenza di figli, di disabilità oltre il 74% o licenziamento. Nella migliore delle possibilità è possibile andare in pensione a 58 anni a patto di aver completato i 36 anni di contributi richiesti.
Cavallo di battaglia in particolare di Forza Italia durante le elezioni di novembre, ci sono novità anche sul fronte delle pensioni minime. L’aumento non sarà a 1.000 euro come promesso da Berlusconi in campagna elettorale, ma ci saranno comunque degli aumenti. In particolare si aumentano le pensioni minime fino a 600 euro per i pensionati di età superiore a 75 anni. Considerando che la pensione minima nel 2022 valeva 525 euro e con la rivalutazione normale sarebbe aumentata a 563 euro, si tratta di un passo in avanti.
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