L’Agenzia delle Entrate invierà 2,6 milioni di lettere in questo 2023. L’obiettivo è ridurre al minimo l’evasione fiscale ancora di più nel 2023.
La riduzione dell’evasione fiscale resta un obiettivo anche del Governo della premier Giorgia Meloni. L’intento è recuperare il più possibile dal cosiddetto sommerso per dare respiro alle casse dello Stato.
A tal proposito l’Agenzia delle Entrate invierà 2,6 milioni di lettere di sollecitazione. Lo scopo è quello di promuovere i versamenti spontanei e il ravvedimento dei contribuenti che hanno contenziosi con il Fisco.
L’obiettivo delle lettere di sollecitazione è quello di favorire una proficua collaborazione tra Fisco e contribuente e promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari. La lettera viene inviata ai contribuenti irregolari secondo quanto risulta all’Agenzia delle Entrate. Nel dettaglio chi non ha dichiarato nulla oppure lo ha fatto in modo parziale un determinato reddito. In questo modo l’Agenzia dà la possibilità di regolarizzare l’errore o l’emissione attraverso il ravvedimento operoso.
In caso contrario l’Agenzia provvederà alla notifica dell’accertamento nei confronti del contribuente. Se, invece, il contribuente ritiene corretti i dati che ha indicato nella sua dichiarazione dei redditi, basterà che lo comunichi, indicando eventuali elementi, fatti e circostanze non conosciuti dall’Agenzia.
L’obiettivo di queste “comunicazioni di invito alla compliance”, insomma, è modificare il rapporto con i contribuenti, che deve essere sempre più fondato sulla trasparenza e sulla collaborazione.
Chi riceve la lettera dell’Agenzia deve attivarsi per evitare che le irregolarità riscontrate nella dichiarazione dei redditi diventino, successivamente, il motivo dell’emissione di un avviso di accertamento.La prima cosa da fare quando arriva la lettera è quella di verificare che i rilievi fatti dall’Agenzia siano corretti. Occorre controllare, quindi, i dati presenti nel prospetto informativo e confrontarli con quelli riportati nella dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta oggetto della comunicazione.
Dopo questa verifica, il contribuente potrà fornire elementi utili a giustificare, in tutto o in parte, l’anomalia riscontrata ovvero presentare una dichiarazione integrativa nella quale indicare i redditi non dichiarati per correggere le irregolarità evidenziate nella comunicazione. È possibile segnalare all’Agenzia delle Entrate, anche mediante un intermediario abilitato alla trasmissione telematica delle dichiarazioni, fatti, elementi e circostanze dalla stessa non conosciuti.
Per fare questo ci si può avvalere, con le modalità indicate nella comunicazione, dell’assistenza dei CAM o degli Uffici territoriali delle Direzioni provinciali dell’Agenzia. Inoltre, è possibile trasmettere documentazione in formato elettronico tramite CIVIS.
Dopo aver verificato i dati contenuti nella lettera, se si riconosce di aver commesso gli errori segnalati dall’Agenzia delle Entrate, è possibile correggerli mediante il cosiddetto “ravvedimento operoso”.
In pratica, ci si può mettere in regola ed evitare successivi avvisi di accertamento con alcuni passaggi. In primis bisogna inviare una nuova dichiarazione integrativa. Successivamente si versano le maggiori imposte con interessi ed al contempo si ha riduzione della sanzione. L’intento dunque è quello di avere un Fisco ‘amico’ piuttosto che nemico del contribuente. Recuperare soldi è il primo obiettivo dello Stato.
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