Ci sono tre bonus che ci vengono in soccorso alle famiglie italiane provate duramente dall’aumento dell’inflazione: ecco come salvare il bilancio domestico.
Nel 2020 il governo ha previsto delle misure straordinarie a sostegno per il lavoro domestico, come il bonus baby-sitter e la procedura di emersione dal lavoro “in nero”. Nel 2021 si è vista una stabilizzazione del settore, con il numero dei lavoratori che è arrivato a raggiungere l’interessante cifra di un milione di unità.
Nel 2021, infatti, i lavoratori domestici sono arrivati a generare l’1,1% del PIL italiano. L’invecchiamento costante della popolazione fa supporre che questi numeri potrebbero essere in crescita nei prossimi anni. Rispetto al 2019, ad esempio, c’è stato un incremento del +12% nel volume di affari complessivo generato nel settore.
Il problema annoso del lavoro domestico è il ricorso al lavoro irregolare. I dati dell’Osservatorio Lavoro Domestico per il 2020 evidenziano come il tasso di irregolarità arrivi al 52.5%. La media di tutti i settori di lavoro è il 12%, ben al di sotto di quanto succede invece per colf e badanti, che nel 39% dei casi sono pagati in contanti.
Ecco dunque che i vari bonus definiti dal governo servono anche a favorire l’emersione del lavoro irregolare. Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025, adottato il 12 dicembre 2022 dal governo Meloni, prevede infatti delle misure di incentivo per l’assunzione regolare dei lavoratori domestici.
Nel 2023 dovrebbe quindi essere erogato un bonus colf e badanti. Non si conoscono ancora gli importi e la frequenza dell’erogazione. In linea di principio, però, dovrebbe essere un rimborso parziale delle spese sostenute per il pagamento del salario al collaboratore domestico e dovrebbe essere agganciato al proprio ISEE.
Il modello a cui vorrebbe rifarsi il governo è quello dell’Assegno Unico per le famiglie. Si starebbe anche pensando di inserire alcuni requisiti, come ad esempio la necessità di stipulare un contratto che sia di almeno 20 ore settimanali. A questo provvedimento nazionale si aggiungono gli stanziamenti locali.
La regione Lombardia, ad esempio, ha istituito il Bonus badanti. Si tratta di un sussidio per chi si prende cura di un coniuge non autosufficiente e permette di avere un rimborso del 60% delle spese sostenute per la retribuzione. Per accedere al beneficio è richiesto inoltre un ISEE di importo inferiore a 35.000 euro annui.
Tutti i lavoratori domestici assunti regolarmente hanno l’obbligo di iscrizione a Cassacolf. Si tratta di una cassa socio-sanitaria che fornisce prestazioni assistenziali integrative. Per tutti i lavoratori ucraini, c’è la possibilità di ottenere fino a 300 euro mensili per 12 mensilità per favorire il ricongiungimento familiare durante la guerra nel proprio paese.
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