Lo stato cancella i crediti d’imposta, ma non a tutti: gli esclusi

Ci sono due categorie importanti che sono state escluse dalla cancellazione dei crediti d’imposta che ha coinvolto tutto il settore edile.

Il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della cancellazione dei crediti d’imposta edilizi, è la CGIA a tirare le somme di una misura che dal 2016 ha fatto la differenza nel settore delle costruzioni. Si riconosce soprattutto al Superbonus 110% la capacità di aver incentivato la ripresa in un settore cruciale per l’economia italiana.

Allo stesso tempo, però, la misura del Superbonus ha provocato dei costi esorbitanti per lo Stato. Si parla infatti di 72,2 miliardi di euro per l’efficientamento energetico degli edifici. Questi costi, si deve sottolineare, non sono neanche proporzionali al numero di edifici interessati da interventi di riqualificazione, che dovrebbero essere il 3% su scala nazionale.

Lo stato cancella i crediti d’imposta, ma non a tutti

È sotto gli occhi di tutti come provvedimenti come il Superbonus, anche se indirettamente, abbiano contribuito all’esplosione dei costi energetici. Allo stesso tempo, anche i prezzi di moltissimi materiali sono aumentati vertiginosamente, come il ferro, l’acciaio, il legno, i laterizi, il cemento ed il bitume. Tutto questo a causa di provvedimenti temporanei.

Era chiaro sin dall’inizio, infatti, che il Superbonus ed anche tutti gli altri bonus edilizi dovessero avere una durata limitata nel tempo. Inoltre, lo scopo di questi provvedimenti è sempre stato quello di aiutare le persone in maggiore difficoltà economica. Sorgono però i dubbi che a beneficiarne siano state anche le persone abbienti.

Ecco la spiegazione della premier Giorgia Meloni riguardo la cancellazione della cessione del credito per i bonus edilizi su Twitter:

Crediti energetici e SuperACE esclusi dal provvedimento

La notizia che i crediti d’imposta non siano più cedibili ha fatto tremare tutti gli intermediari che fino a questo momento hanno dato vita ad un mercato molto florido. Sono però molto chiari i limiti stabiliti dal Decreto 11/2023. Vengono infatti introdotti dei vincoli per la cessione dei crediti d’imposta per il settore edilizio, ma non per tutti gli altri.

I crediti energetici, ad esempio, sembrerebbero non essere toccati da questa decisione del governo Meloni. La premier ha anche voluto chiarire personalmente che lo stato si è indebitato pesantemente a causa di questa norma, adombrando anche la possibilità che ci siano stati numerose operazioni opache che hanno sfruttato i bonus edilizi.

Cos’è il SuperACE e quali sono le due forme di applicazione

In particolare, il SuperACE sarebbe esente dalle ultime decisioni del governo. Per ACE s’intende Aiuto alla Crescita Economica, ed è stato definito dalla Legge 214/2011. Si tratta di una sorta di premio per le aziende che decidono di reinvestire i propri utili nella loro attività, potendo quindi beneficiare di uno sconto fiscale.

L’Articolo 19 del D.L. 73/2021 ha previsto per il periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2020 la possibilità di deduzione del rendimento nozionale, o ACE, valutato nell’aliquota del 15%. In alternativa a questa deduzione è anche possibile applicare un credito d’imposta secondo le aliquote previste dagli articoli 11 e 77 del TUIR.