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Crisi idrica, quali sacrifici ci attendono

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Francesco Petito

Crisi idrica: ecco quali sacrifici ci attendono per i prossimi mesi. Arrivano le comunicazioni da parte del Governo a seguito di questa emergenza che sta coinvolgendo tutto il territorio nazionale. 

ANSA

Al Governo è arrivata la richiesta delle Regioni italiane di intervento sull’emergenza idrica che sta coinvolgendo il paese. Un vero e proprio stato di emergenza: si attende la risposta da parte del premier Draghi che dovrà, in qualche modo, risolvere la situazione. Da nord a sud, in molte regioni c’è una grave siccità. A sottolineare ciò è anche il presidente della regione Emilia Romagna Bonaccini che ha fatto una richiesta ufficiale al premier Draghi e al ministro dell’agricoltura Patuanelli.

Nei prossimi giorni è attesa una riunione con tutti i rappresentati delle Regioni insieme al ministro Patuanelli, quello della Transizione ecologica Cingolani e il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. Secondo il ministro dell’Agricoltura, sarà inevitabile dichiarare uno stato di crisi sull’intero territorio nazionale. C‘è tanta preoccupazione per questa crisi idrica. I livelli dei fiumi sono bassi e anche le precipitazioni sono dimezzate. Con questo anomalo caldo, la situazione non può essere sottovalutata.

Per questa ragione si valuta lo stato di emergenza che può essere dichiarata per un evento eccezionale come questo. Se ciò venisse confermato il Governo avrebbe dei poteri straordinari per intervenire nell’immediato, di comune accordo con la protezione civile. Con lo stato di emergenza si possono, quindi, derogare le norme di legge con il potere di ordinanza seguendo sempre i principi generali dell’ordinamento.

Come spiegato anche da Federico Caner, in qualità di assessore del Veneto e coordinatore del settore dell’agricoltura della Conferenza delle Regioni, possono arrivare degli interventi diretti del Governo con l’ufficialità dello stato d’emergenza a causa della crisi idrica.

Ciò potrebbero favorire la priorità dell’acqua all’uso umano e agricolo rispetto all’uso energetico, per esempio. Un’altra misura che si potrebbe utilizzare è quello del piano di razionamento dell’acqua e di re-distribuzione con autobotti a livello nazionale. Una situazione in evoluzione che molto presto sarà risolto: si attende la riunione da parte del ministro dell’agricoltura insieme alle altre componenti di regioni e protezione civile.

Francesco Petito

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