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Diesel, fine tregua, i rincari sono dietro l’angolo

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Riccardo Magliano

Nuovi problemi con il disel a causa della guerra economica tra Bruxelles e Mosca. In seguito alla chiusura degli scambi tra l’Unione Europea e la Russia, il disel non arriverà più dalla sua fonte più efficiente e le alternative sono molto poche. Si prevedono nuovi aumenti.

Il prossimo passo dell’Unione Europea nella guerra economica contro la Russia è la chiusura degli scambi dal 5 febbraio 2023. A partire da quella data, i paesi dell’UE non compreranno più il disel dalla Russia, ma le alternative sono poche. In vista di questo stop totale richiesto dai paesi membri, l’Europa tutta sta eseguendo una corsa disperata all’acquisto di carburante disel proprio dalla Russia, prima che sia troppo tardi.

A febbraio nuovo aumento del prezzo del disel
Foto ANSA

Questo porterà inevitabilmente a degli aumenti del prezzo del carburante disel. Si tratta di banale legge di mercato: se c’è la medesima necessità di carburante, ma molto meno carburante disponibile, il prezzo di quel carburante aumenta. A questo c’è da aggiungere che con l’aumento della domanda di questi ultimi mesi prima dello stop, i prezzi di vendita dalla Russia aumenteranno a loro volta, riperquotendosi sul listino prezzi delle pompe di benzina.

Russia contro Europa, a pagare sono gli automobilisti

C’è da capire, inoltre, quali siano le reali alternative all’acquisto di disel dalla Russia. L’importazione di carburante dal colosso dell’est rappresenta ancora il 44% del totale fabbisogno dell’intera Unione Europea. Questo nonostante gli sforzi fatti per tutto l’anno di ridurre per quanto possibile la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia. L’Agenzia Internazionale dell’Energia avverte che la situazione per i paesi europei si farà piuttosto seria nel prossimo futuro.

La chiusura del mercato russo costringerà tutti i paesi rimasti a secco a rivolgersi al mercato internazionale, cercano continuamente nuovi partner da cui comprare il materiale energetico che gli serve. La conseguenza, volente o nolente, è che i paesi dell’unione finiranno per farsi concorrenza a vicenda, visto che a ottenere le forniture maggiori di un mercato che è tutt’altro che infinito, saranno quelli che possono fare le offerte economiche più grandi.

Pompa di benzina
Foto ANSA

Anche tra quei paesi che dovessero ottenere maggiori quantità di disel dal mercato internazionale, non sarebbe una passeggiata. L’aumento del prezzo d’acquisto della materia prima porterebbe a un aumento eguale dei prezzi di listino dei carburanti che ne derivano. Si preannuncia quindi un generale aumento dei prezzi dei carburanti. A maggior ragione in Italia la situazione è grave, visto che il Governo ha deciso di diminuire lo sconto delle accise sulla benzina per finanziare altre misure economiche.

Riccardo Magliano

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