Si torna a lavorare con i voucher: cosa sta accadendo

Per molti occupati si torna a lavorare con i voucher. Ecco che cosa sta accadendo in alcune città

Sembra quasi un ritorno al passato per moltissimi lavoratori precari e occasionali. Dal prossimo anno, infatti, assisteremo ad un vero e proprio ritorno dei voucher utili alla retribuzione per i settori dell’agricoltura e del lavoro domestico, anche se solo fino alla soglia massima di 10mila euro in un anno.

È questa una delle misure presenti nel pacchetto che andrà a formare la prossima Legge di Bilancio del nuovo governo. Il tentativo è quello di far emergere il nero, ma c’è chi si chiede a chi andrà davvero a vantaggio. Ecco cosa sta accadendo mentre si torna a lavorare con i voucher.

Si torna a lavorare con i voucher

Con la nuova riforma del lavoro accessorio ci sarà una reintroduzione dei voucher “a pieno”. Potranno utilizzarli le aziende fino a 10 dipendenti (limite ampliato dai 5 iniziali). Tutti potranno ricevere un pagamento tramite voucher: pensionati, disoccupati, under 25 e percettori del Reddito di Cittadinanza. Questi metodi di pagamento erano stati eliminati nel 2017 dal governo guidato da Gentiloni, con l’intenzione di evitare un referendum. Intanto si dichiarano “grati al governo” le associazioni datoriali, i quali affermano di essere “pronti al confronto per individuare le formule più adeguate”.

I voucher sono comunemente chiamati “buoni lavoro” e furono introdotti la prima volta per dare uno stimolo alla retribuzione legale per quei lavori considerati accessori o saltuari. Tra questi rientrano le ripetizioni scolastiche, i lavori stagionali, le pulizie domestiche, ecc. Con il tempo i voucher sono diventati una modalità di retribuzione anche per il lavoro occasionale di tipo accessorio. Oggi i voucher hanno un valore di 10, 20 o 50 euro tra retribuzione e contributi. Ad esempio, il valore netto di un voucher di 10€ corrispondeva a 7,50€ per il lavoratore ed era utilizzato per un’ora di prestazione lavorativa.

I voucher presentano molti vantaggi, tra cui poter retribuire il classico “lavoretto” in maniera legare, con copertura assicurativa Inail senza rischiare sanzioni. Il lavoratore poteva quindi integrare le sue entrate con prestazioni occasionali in maniera più comoda e legale. Tuttavia, ci sono anche alcuni svantaggi, tra cui il rischio di incoraggiare il precariato.