La fortissima inflazione sta mettendo in grave difficoltà le famiglie italiane.
Sono sempre di più le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese e sono sempre di più le famiglie che non riescono a star dentro ai terribili costi.
Come sappiamo la forte inflazione e la guerra in Ucraina hanno fatto letteralmente esplodere il prezzo delle bollette ma è anche il prezzo del cibo al supermercato a diventare sempre più forte.
Cerchiamo di capire quali possono essere le concrete opportunità di risparmio del supermercato e soprattutto cerchiamo di evitare le truffe che possono letteralmente svuotare i conti.
Purtroppo la lista di alimenti che rischiano di sparire o di diventare troppo cari è lunghissima. Derivati del grano, latte, carne: tutto cade sotto la scure della guerra in Ucraina e dell’inflazione. Ma diventa importante capire come risparmiare. Innanzitutto per risparmiare al supermercato è assolutamente importante preferire i discount rispetto ai supermercati comuni. Infatti un recente studio ha dimostrato che una famiglia che vada soltanto al discount risparmia mediamente all’anno ben 3300 euro rispetto a quelle famiglie che vanno invece nei comuni i supermercati. Quindi il risparmio effettivamente è veramente forte ma poi è sempre importante redigere una lista della spesa prima di entrare nel supermercato.
Infatti è ormai notissimo che quando si va al supermercato le suggestioni degli esperti del marketing arrivano a farci spendere molto di più di quanto dovremmo proprio facendoci acquistare merce inutile o merce troppo cara. Ma bisogna stare attenti anche alle confezioni voluminose ma con poco cibo. Infatti è sempre importante guardare il prezzo al chilo perché tante confezioni sembrano convenienti ma soltanto perché sono parzialmente vuote.
Ma una truffa sta mettendo in difficoltà tanti Italiani è della truffa dei finti buoni spesa erogati da noti supermercati. Infatti sui più popolari i social network girano le promesse di ricchi buoni spesa di notissime ed apprezzate catene dei supermercati che verrebbero erogati al consumatore semplicemente rispondendo a un banale sondaggio. In realtà poi chi risponde a questi sondaggi si ritrova soltanto ad aver fornito la propria carta di credito per pagare il contributo di spese di spedizione e ritrovarsela svuotata.
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