Novità per quanto riguarda i risparmi presenti sui conti correnti. Ecco cosa è cambiato dopo l’aumento dell’inflazione.
Arrivano i primi dati sui conti correnti. Numeri sorprendenti che devono far riflettere l’attuale Governo che dovrà lavorare per trovare delle soluzioni a stretto giro per contrastare l’inflazione e il caro vita.
Dopo anni di crescita adesso è arrivato il momento del contraccolpo. Sono arrivati i risultati riguardo lo studio effettuato dalla Fabi, il sindacato del mondo bancario. Numeri incredibili riguardo le spese delle famiglie italiane: adesso i risparmi dei conti correnti degli italiani sono calati in maniera sorprendente. Tutto a causa dell’aumento dell’inflazione e del caro vita che, in un certo senso, ha contributo a modificare le abitudini degli italiani. Da agosto a novembre, per esempio, si è assistito ad una diminuzione riguardo la capacità di accumulo da parte dei cittadini che hanno un conto corrente. Le persone, dunque, non riescono più a mettere da parte risparmi.
Dopo cinque anni positivi, da dicembre 2017 fino al 2021, dove i conti degli italiani sono cresciuti, a fine 2022 è arrivata la svolta negativa. Un report creato dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani, ha evidenziato tutte le difficoltà dei cittadini che non riescono più a mettere da parte risparmi ed utilizzano quelli che hanno accumulato in questi anni.
E’ calato di quasi 20 miliardi di euro, da luglio a novembre. Numeri che confermano come la crisi inizia a farsi sentire anche nelle tasche delle persone. L’aumento dell’inflazione può essere una causa. Con i rincari sui prezzi, infatti, il potere di acquisto si è ridotto. Per questa ragione i risparmi depositati sui conti correnti sono serviti per fronteggiare queste spese.
Un altro dato che deve far riflettere è quello relativo ai debiti delle famiglie italiane. Secondo lo studio, infatti, c’è stato un grande incremento di prestiti. Tutti effettuati per scopi personali o per la tenuta finanziaria della propria famiglia. A novembre, per esempio, l’ammontare dei prestiti si è avvicinato ad una cifra di 256 miliardi di euro. In netta crescita rispetto a gennaio 2021.
Tra i motivi per il quale si è assistito all’aumento riguardo la richiesta di prestiti, c’è anche la scarsa liquidità. Ciò ha favorito, oltre ai prestiti, anche la difficoltà da parte dei correntisti di mettere da parti i soldi. Ciò significa che i risparmi potrebbero perdere valore nel tempo, anziché aumentare. Una situazione, questa, dovuta all’inflazione e al caro vita. Ed è per questo che dovrà essere analizzata con estrema attenzione da parte di chi ci governa.
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