Reddito di Cittadinanza, così hanno bruciato 10 mila stipendi

Con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza sono stati bruciati circa 10mila stipendi. Approfondiamo insieme la questione.

Il Reddito di Cittadinanza è una misura che sicuramente ha contribuito a dare un valido sostegno alle famiglie che si trovano in condizioni economiche particolarmente precarie. La misura in esame, però, ha comportato la perdita di 10 mila stipendi.

In molti casi, coloro che percepiscono il Reddito in questione hanno deciso di rifiutare offerte di lavoro anche particolarmente convenienti e stabili, dunque, con contratto a tempo indeterminato. Ciò si è verificato in particolar modo in Campania, dove tale fenomeno ha determinato la perdita di 10 mila posti di lavoro offerti. Non si tratta, dunque, soltanto di offerte di lavoro stagionale. A tal proposito, dai dati raccolti è emerso che nel corso di questi ultimi 18 mesi le assunzioni tra coloro che beneficiano della misura in esame sono praticamente nulle. Nella gran parte dei casi, infatti, i percettori del reddito sostengono di soffrire di problemi di salute e dunque che sono impossibilitati a lavorare. È proprio tale situazione che sta spingendo molte forze politiche ha porsi in contrasto con la misura.

La proposta avanzata da queste, nello specifico, prevede la sua sospensione almeno durante il periodo estivo. Ormai da tempo infatti il settore turistico ma anche quello agricolo sta soffrendo a causa della mancanza di lavoratori stagionali. A tal proposito, il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, per far fronte a questa penuria di personale ha proposto di introdurre la possibilità di cumulare il reddito di Cittadinanza insieme a quello derivante dall’attività lavorativa. Secondo il Ministro, infatti, è indispensabile un intervento da parte del Governo che ponga fine all’andamento descritto e spinga i percettori della misura a ricercare lavoro. Ad ogni modo, non c’è dubbio che il Reddito di Cittadinanza abbia contribuito ad incentivare il fenomeno del parassitismo, da un lato, dall’altro però ci sono molte famiglie italiane che realmente versano in condizioni economiche a dir poco precarie per cui in tal caso risulta essere un reale sostegno al reddito. Alla luce di questo, è chiaro che sono necessari interventi migliorativi volti a rendere la misura ancora più efficace.

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