Prosegue la crisi relativa al gas e all’energia. Emergenza totale in tutta Europa e in particolar modo in Paesi come l’Italia.
Il rischio di restare senza gas apre all’ipotesi di un razionamento che potrà arrivare proprio in inverno, un periodo terribile. I motivi sono da ricondurre al fatto che, secondo le ultime indiscrezioni, tra due mesi termineranno gli stoccaggi in Italia.
Una situazione molto complicata ed estrema. Ecco perché il prossimo Governo dovrà scegliere i profili migliori che dovranno gestire questa emergenza. Ecco le ultime notizie su cosa dovrà fare l’Italia per risolvere questa situazione.
Gas, ci restano pochi mesi di tempo
Franco Bernabè, ex amministratore delegato dell’Eni e dal 2021 presidente di Acciaierie d’Italia, ha delineato uno scenario terribile.
“Purtroppo gli stoccaggi che abbiamo riempito non basteranno e servirà un nuovo flusso che dovrà arrivare dall’estero, che non sarà il gas russo – spiega il manager nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa -. I problemi stanno diventando veramente seri. Solo tra gennaio e febbraio 2023 capiremo la situazione quando il fabbisogno sarà massimo”.
“In questo momento c’è un periodo grazie anche a causa del caldo. Tutto però è destinato a finire una volta che la situazione climatica cambierà e si tornerà al freddo. Non ci sono soluzioni nel breve periodo, questo è il problema. Purtroppo oggi soffriamo a seguito di scelte e decisioni fatte nel corso degli ultimi due decenni. Paghiamo adesso queste difficoltà”.
“Con una strategia chiara e precisa di razionamento, c’è la possibilità di ottimizzare le disponibilità di metano nel corso dell’inverno. Per fare questo, però, serve un piano che deve essere dettagliato in modo tale da tutelare i servizi essenziali come gli ospedali o le residente per le persone anziane. E poi devono essere tutelate anche le famiglie, soprattutto di quelle regioni dove fa più freddo. Senza dimenticare le imprese, a partire da quelle energivore”.
Bernabè si è soffermato su ciò che il Governo dovrà fare:
“Ancora meglio se ciò non bisognerà attuarlo. Io penso che sia giusto iniziare ad immagine un piano per rimodulare la produzione delle industrie che hanno catene interrompibili. Iniziamo a prepararlo altrimenti ci troveremo nella stessa situazione di inizio pandemia, ovvero impreparati su come gestire l’emergenza”.
