Un’ora di riscaldamento e docce brevi, il piano del Governo fa capire cosa ci attende

In tempi di crisi e di restrizioni, e questi lo sono, anche i dettagli diventano importanti: ecco cosa propone il Governo per risparmiare.

In tempi di crisi e di restrizioni, e questi lo sono, anche i dettagli diventano importanti. E così parlare di dalle docce più veloci, riscaldamento ridotto rispetto al passato non è affatto una cosa strana. Anzi, rischia di diventare materia quotidiana, anche per il governo, impegnato a redigere il piano nazionale per ridurre i consumi. Le misure previste dal testo diffuso dal ministero porteranno a un riduzione di 8,2 miliardi di metri cubi di gas.

Riscaldamenti e risparmi/foto Pixabay

L’insieme del contributo atteso degli interventi adottati dal Mite, assieme alle misure comportamentali volontarie nell’uso efficiente dell’energia, “porta a una riduzione dei consumi coerente con il 15% del Regolamento Ue, pari quindi almeno a 8,2 miliardi di metri cubi di gas naturale”. Lo si legge nel testo diffuso dal ministero della Transizione ecologica. “Circa il riscaldamento I limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data d’inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione”.

C’è una data che fa paura ed è quella del 1° ottobre, quando molte famiglie potrebbero restare senza gas. Il problema è sempre lo stesso, i rincari dell’energia del e gas. Ormai si attende l’arrivo della bolletta come una condanna, si apre la cassetta della posta terrorizzati di trovare la solita busta bianca della società fornitrice che ci invita a pagare la bolletta del mese. Quando la apriamo non sappiamo mai cosa ci aspetta.

Rincari energia, molti rivenditori a rischio default da ottobre

Doccia/ foto Pixabay

Il rischio di default per per piccole e medie aziende è concreto. Quelle che riescono a resistere, invece, difficilmente potranno sopportare ritardi nei pagamenti e avranno difficoltà a concedere la rateizzazione a ristoranti, condomini, negozi e famiglie. Insomma, chi non paga rischierà molto di più il distacco della luce e del gas.
Dal 1 ottobre, con la scadenza dei contratti in cui i rivenditori devono rifornirsi dai produttori, per molti sarà davvero dura. Alcuni non sono riusciti ad ottenere il rinnovo, altri hanno dovuto accettare condizioni costose. A rimetterci sarà anche il consumatore. Infatti se il fornitore va in default, l’unica strada è quella del mercato di ultima istanza a condizioni fisse decise dall’Arera. E i numeri sembrano impietosi. Secondo Utilitalia sono almeno 70 gli operatori a rischio. E anche Assoutenti rincara la dose e ha comunicato che:

Possibili scioperi degli acquisti

Il presidente Fabio Truzzi ipotizza anche che almeno 100 operatori rischiano il fallimento e lamenta che il governo è immobile e preferisce “dedicarsi a misure come le vetrate sui balconi” . Per questo motivo, Assoutenti ha organizzato un’iniziativa che interesserà tutti i consumatori “attraverso uno choc dei consumi in tutti i settori”. Non è ancora chiaro come si svolgerà, ma l’ipotesi è che l’associazione voglia convincere gli utenti a fare dei veri e propri scioperi degli acquisti e non usare gas in certe giornate. Un’iniziativa che assomiglia a quella contro i rincari delle bollette promossa da un’altra associazione. Segnali che lasciano intendere un clima di vero malcontento.

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